In tempi da incubo fa piacere fare un bel sogno. Siamo a Cerenova ai suoi albori, quando la chiamavano pure Costantica. Fu progettata come un esempio eccellente e mediterraneo di new town, con villini vagamente magrebini e la pretesa di diventare una specie di Marina di San Nicola o un’Olgiata per privilegiati. Volevano pure una sbarra con custode all’ingresso dell’allora Consorzio, ma si sarebbe precluso l’accesso al mare per i cittadini di Caere Vetus. Guai a incorrere nella loro ira. Le ville e gli appartamentini in residence si vendevano appena costruiti come pane fresco appena sfornato. Poi, fiutato l’affare, i costruttori puntarono sui condomini di edilizia economico-popolare e fu la fine. Le nuove tasse sulle case si aggiunsero pesantemente alle quote consorziali e il Consorzio, che non seppe trattare con il Comune una formula di compromesso, fu eliminato, anche perché l’allora Sindaco giurava che la tasse pagate dai proprietari di Cerenova sarebbero state investite per la corretta gestione dei territorio. Ora la bella appare invecchiata, piene di rughe o crepe, con il quartiere ad occidente chiamato Beirut Ovest, visto lo stato semibombardato degli edifici. Comunque, rispetto a Roma e ai suoi quartieri residenziali invivibili, molti anziani e giovani coppie ancora scelgono Cerenova per abitarci e il numero dei residenti aumenta ogni anno, con conseguenze sul traffico stradale. Mancano punti di aggregazione e svago per i giovani, i quali l’hanno rinominata Calapippe Beach. Honni soit qui mal y pense. Negli anni settanta, chi acquistava la casa, ovviamente col mutuo, si sentiva raccontare che lo svincolo sull’Aurelia sarebbe stato ben presto facilitato con una rotonda o un cavalcavia come oggi si vedono all’ingresso di Marina di San Nicola e allo svincolo di Ladispoli Sud. Poi a Ladispoli Nord si è realizzata la rotonda, come pure al successivo svincolo per il centro storico di Cerveteri. Oltre, per poco meno di 2 km si fa la fila a due semafori. Il primo incrocio è davvero un grave problema. Da Via Fontana Morella, stretta e malconcia, si arriva all’Aurelia in un punto critico con la Cantina sociale e due frequentati centri commerciali, a sinistra della consolare ci sono un grande centro militare e la caserma di Vigili del Fuoco. Il semaforo con i suoi tempi lunghi provoca rallentamenti e file specie in alta stagione. Poi si arriva all’ingresso di Cerenova, Campo di Mare, Marina di Cerveteri, un pasticcio toponomastico fonte di non pochi equivoci. Tornando ai fatidici anni settanta occorre ricordare una cosa amena. Parlavano di un tram d’epoca che doveva collegare la spiaggia alle mura di Cerveteri, passando sul fantomatico cavalcavia e scampanellando fra i campi di carciofi. Ogni tanto, ma non sempre per pudore, gli aspiranti alla poltrona di Sindaco promettevano di “pensare” alla rotonda di Marina di Cerveteri, ma era appunto un retro pensiero, che per i residenti resta un sogno. Riconosciamo pure che per realizzare una rotonda su una statale di grande traffico i Comuni interessanti e i loro amministratori si trovano a combattere con una burocrazia spaventosa, ma se qualcosa è stato fatto per facilitare gli ingressi a Ladispoli e Cerveteri, non si comprende perché non si possa affrontare il problema dei due ingressi delle frazioni marine, che in questi ultimi anni, per l’incremento demografico, le vacanze marine dei romani a corto raggio e qualche buon evento musicale sono molto affollate da aprile ad ottobre inoltrato. Ormai è arrivato il freddo, i sogni li possiamo fare al calduccio sotto i piumoni. Le Giunte dormono da sempre senza sogni e hanno qualche incubo solo quando si avvicinano le scadenze elettorali.
Umberto Mantaut