Non c’è soluzione e pace per il turismo, soprattutto non compare all’orizzonte chi se ne occupi in modo serio e fruttuoso. Eh si, anche il nuovo esecutivo trasferisce nuovamente il comparto amministrativo del Turismo dall’Agricoltura ai Beni Culturali, quindi cambiando il concetto del precedente Governo che lo voleva quale branca dell’agricoltura perché legato all’enogastronomia, mentre l’attuale lo vuole accorpato ai Beni Culturali perché Turismo sarebbe monumenti, musei ed altre forme d’arte e cultura. E’ da entrambe le determinazioni che si comprende come del Turismo ai nostri politici interessi ben poco, perché questo settore è trasversale a tutte le peculiarità nazionali: dall’arte all’enogastronomia, dall’ambiente allo sport, dalla cultura al folklore, dalla storia alla geografia. Il Turismo meriterebbe a ragione un ministero dedicato, indipendente, invece questo è stato soppresso nel 1993 e da allora le sue competenze sono state trasferite in media ogni quattro anni, con i risultati che si possono ben immaginare. A sottolinearlo è Luca Patanè, Presidente Confturismo e Confcommercio, il quale aggiunge che il mondo della politica non comprende realmente il valore economico di questo settore e resta sordo alle sue richieste. Personalmente aggiungo che alla politica il Turismo evidentemente non arreca le soddisfazioni originate dalla realizzazione di grandi opere, i lavori pubblici, l’edilizia, la sanità, l’apertura di centri commerciali, ecc. ecc. Ed allora perché impegnarsi tanto per così poco?
Giorgio Raviola