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smascherati

Smascherati

Finalmente i nostri secondini, con una disposizione tipo Dpcm di famigerata memoria, ci “consentono” di poter respirare a pieni polmoni all’aria aperta. Durante le grandi tragedie, per non cadere in depressione, bisogna saper cogliere gli aspetti comici delle faccende. Era estremamente divertente vedere i padroncini con la museruola portare a spasso bassotti e barboncini nei parchi. Gli animali a bocca libera si affannavano a mordicchiare le erbette con le quali saggiamente si purgano da quegli orrendi croccantini che i sedicenti cinofili rifilano loro. Gente insensibile agli occhioni imploranti dei nostri carnivori, amici a quattro zampe, che implorano i ritaglini delle bistecche e le gustosissime pelli dei polli arrosto. Ora usciamo tutti senza le odiose museruole, prima fatte di stracci azzurrini soffocanti e poi da candide confezioni a becco, se non altro meno dannose per la respirazione, per non parlare delle incredibili mascherine multicolori da adattare agli abiti, persino quelle nere con brillantini per serate di gala, tutte sicuramente irrispettose delle norme igieniche. Ora, finalmente dovremo riabituarci a sorridere e baciare i nostri cari. Con calma, poiché la rabbia e la vendetta sono piatti da consumarsi freddi, dovremo ringhiare, abbaiare e azzannare tutti i responsabili dei danni arrecati al paese, talmente “modello” nel contrastare il virus da avere il primato di vittime rispetto agli altri europei, con governanti meno sadici nel condannare il popolo a incredibili torture. Ci hanno mascherati in campagna, in riva al mare, sui monti, nei boschi e nei parchi, cose da pazzi. Le museruole erano forse più logiche in strade affollate, sui metrò nell’ora di punta e negli assembramenti delle cosiddette “manifestazioni” democratiche. Sarebbero state forse più utili in casa dove nell’aria viziata hanno condannato per settimane intere famiglie con gravi danni per la salute mentale di grandi e piccini. Il virus, come tutti i virus ha fatto le sue stragi, poi, magari sperando di migliorare le sue prestazioni ha incominciato a mutare, ma è diventato come quello dei raffreddori, molto seccante, ma assai meno letale. Inoltre, ce lo dicono ogni trenta secondi, lo abbiamo vinto con i vaccini, non con le museruole e gli arresti domiciliari. Sulle mascherine ora vorremmo un minimo di “trasparenza”. Molti, all’inizio e del tutto legalmente si sono lanciati nell’affarone delle forniture, incassando commissioni milionarie, beati loro, ma poi nessuno ha perseguito le partite di prodotti non rispettosi dei protocolli e delle garanzie di efficacia. Gli scienziati del settore, spuntati come porcini dopo le piogge e giulivi come ballerine di avanspettacolo, si sono spesso contraddetti sulla efficacia del rimedio, descritto come inutile da alcuni e spacciato da altri come unico ed indispensabile presidio sanitario per evitare le infezioni. Qualcuno sia additato come incapace e incosciente nell’avere ostacolato le cure domiciliari ai malati, invitati a stare a casa in vigile attesa delle ambulanze con meta gli ospedali, poi gli obitori e infine i forni crematori dove far sparire, senza una preghiera e la presenza dei parenti, le scomode salme, che con opportune autopsie avrebbero svelato le vere cause di molti decessi per covid o con covid, sbandierati per terrorizzare un popolo al 70% restio ad accettare di finire sotto regime. Questa nota non è un’invenzione, pare che qualcuno lo abbia scritto che la pandemia era giunta assai opportuna per introdurre in Italia ed applicare le sane norme della dittatura del proletariato. Ora che ci hanno “smascherati” vorremmo a nostra volta smascherare tutte le cose stranamente segretate, che da noi significa insabbiate, nascoste con la polvere sotto i tappeti, affondate nella melma che ormai ha inondato tutte le istituzioni e tutti i poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario. Come sempre resta un’ultima speranza: che il rieletto Capo dello Stato abbia uno scatto di salutare ira “divina” e sappia scacciare i mercanti dal tempio. In alternativa potrebbe, come Sansone, abbatterne le colonne, ma allora davvero poveri noi.

Umberto Mantaut

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