Alle ore 19,09 le massaie erano affaccendate in cucina, i ragazzi reclutati per apparecchiare tavola, gli uomini tornati dal lavoro si preparavano per la cena. Era la fredda sera del 6 febbraio 1971. La scossa fu di magnitudo 4,5 della scala Richter, non eccessiva di norma, ma catastrofica per una cittadina storica con le case e i monumenti di pietra, senza strutture antisismiche. In un istante fatale morirono 31 persone, centinaia furono ferite e tutti i residenti rimasero senzatetto. L’antica città si presentò ai primi soccorritori ridotta un cumulo di macerie, purtroppo anche con la distruzione del suo ricchissimo patrimonio artistico.
Tuscania ha ovviamente origini etrusche e prosperò anche sotto la dominazione romana, perdendo importanza con le invasioni di Goti, Eruli e Longobardi, ma sotto i Franchi di Carlo Magno entrò a far parte del patrimonio della Chiesa. Poco per volta, durante il medioevo la città si arricchì di edifici di culto e monasteri, pur rimanendo sempre prevalentemente un grosso centro agricolo, rivalutato in età moderna come attrazione turistico-culturale, non solo per lo splendore dei suoi monumenti, ma anche per l’ambiente naturale che la permea e la circonda, dichiarato Riserva Naturale della Regione Lazio nel 1997.
Contrariamente a quanto è avvenuto e purtroppo continua ad accadere in altre aree terremotate del martoriato Centro Italia, a Tuscania le autorità locali e i suoi fieri abitanti si sono rimboccati le maniche ed hanno ottenuto aiuti e fondi per ricostruire il borgo “dov’era e com’era”, non solo per la essenziale edilizia abitativa resa sicura mediante una pianificazione tecnicamente avanzata, ma altresì per riportare all’antico splendore il patrimonio artistico, non per pura memoria storica, ma anche come volano importante delle attività connesse con il turismo, fonte di occasioni di lavoro e benessere.
Oggi Tuscania è considerata una delle mete culturali più interessanti del turismo laziale. A metà strada fra Tarquinia e Viterbo è facilmente raggiungibile attraverso una rotabile corrispondente circa alla romana via Clodia, che segue in parte l’amena vallata del Marta, in un paesaggio rurale riposante in tutte le stagioni, specialmente in primavera e in autunno. La città storica occupa un ripiano di tufo delimitato da burroni. Nelle aree periferiche la ricostruzione è avvenuta con criteri urbanistici moderni, interessanti dal punto di vista edile, ma senza pregi artistici. Invece, il centro storico, pur lasciando notare indispensabili rifacimenti con materiali recenti, ha ripreso il fascino del borgo medievale. Le perle monumentali che si trovano quasi tutte ai margini dell’abitato sono state oggetto di un minuzioso restauro, riutilizzando con certosina pazienza le pietre antiche finite in un cumulo di macerie, rifacendosi a documenti catastali e immagini del passato. Si tratta, come sempre, in prevalenza di antiche mura e grandi chiese. A Tuscania spiccano soprattutto due capolavori: la splendida e romanica Santa Maria Maggiore e la chiesa romanico-longobarda di San Pietro. A monte della città vecchia, nella campagna di Tuscania si possono visitare diverse importanti necropoli etrusche di epoca villanoviana, ellenistica e orientalizzante.
Oltre agli appassionati di arte e storia, i turisti scelgono Tuscania anche per gli aspetti paesaggistici e naturalistici. Il Parco Naturale di Torre di Lavello, sui bastioni, è un luogo magnifico per il panorama e le possibilità di picnic. Per i buongustai Tuscania offre le specialità viterbesi nei suoi caratteristici ristoranti ed anche la recettività alberghiera è ottima in città e nelle campagne circostanti dove esistono numerosi agriturismi. L’affascinante città e l’agro che la circonda, il clima invidiabile e l’atmosfera dai romantici richiami hanno conferito a Tuscania la fama di Città della cultura degli innamorati, ma occorre aggiungere anche dei golosi. In questi momenti nei quali occorre rilanciare la nostra economia in grave crisi, Tuscania aderisce alla campagna promozionale “Mangiare italiano”, che non ha bisogno di commento.
Enogastronomia
L’enogastronomia tuscanese racconta antiche tradizioni, basate su piatti rustici conditi con il buon olio di oliva locale ed annaffiati dai vini locali, semplici ma schietti.
I primi piatti sono molto semplici, basati sulla pasta fatta in casa, come i lombrichelli, una sorta di bucatini senza il buco, e gli gnocchi col ferro, così chiamati perché preparati con un ferro da calza, e le fettuccine. L’acquacotta è un piatto che ben identifica Tuscania e la Tuscia, composto da pane raffermo, cicoria di campo, mentuccia, con l’aggiunta a crudo di olio extra vergine d’oliva. Molto cucinate le zuppe di verdure e quella più diffusa di castagne e ceci.
I secondi piatti di carne prevedono la coda alla vaccinara, il pollo, il coniglio, l’agnello ed il maiale cotti in tutte le maniere, mentre per il pesce si ricorre a quelli forniti dai vicini laghi: il coregone ed il persico i più richiesti. Molto buoni e tipici i fagioli con le cotiche e la panzanella campagnola, con pomodorini freschi.
Il più classico dei dolci è dato dai tozzetti, biscotti secchi con le nocciole dei monti Cimini, poi i ceciaroli, ravioli ripieni di crema di ceci, il pangiallo, le castagnole alla sambuca e la “diomenguardi” una pizza a base di farina di mais e zucchero, cannella e uvetta sultanina.
I vini sono quelli della Tuscia, prodotti da vitigni cresciuti nelle terre fertili vulcaniche, contraddistinti dal marchio Tuscia Viterbese che comprende i D.O.C. e gli I.G.T., tra i quali l’Est Est Est, i Colli Etruschi Viterbesi ed i vari D.O.C: di Tarquinia, Cerveteri, Orvieto e Vignanello.
Dove dormire e dove mangiare
www.comune.tuscania.vt.it/Strutture ricettive.php
Area sosta Camper
Via Nazario Sauro, 12
GPS N 42°25’20’’ E 11°52’31’’
Pro Loco di Tuscania – Via Nazario Sauro
prolocotuscania@gmail.com
http://www.prolocotuscania.it/sito/