Su tre lati è difesa dalla possente cintura delle mura veneziane cinquecentesche, mentre a sud s’affaccia graziosamente sulle acque del Sile, piccolo fiume che fin dall’antichità è stato di grande importanza per la vita della città augustea di Tarvisium. Dal Sile deriva il canale Cagnan che attraversa un pittoresco quartiere della città a oriente del Castrum, sul quale è sorto l’attuale centro storico nel quale il decumanus maximus corrisponde alle vie Trevisi e Pescheria, con il cardo segnato dalle vie Casalmaggiore e Santa Margherita. Esattamente dove si trovava il foro oggi sorge la bella Piazza dei Signori, come a Verona, Vicenza e Padova, alle quali la piccola Treviso vorrebbe assomigliare, imitandole oggi nell’aspetto peggiore, ossia uno sviluppo eccessivo e disordinato fuori delle mura. Treviso ha molto sofferto a causa delle guerre, specialmente l’ultima, durante la quale, scambiata per errore con Tarvisio, è stata quasi rasa al suolo dai bombardamenti. La ricostruzione ha giovato solo ai principali monumenti, abbastanza fedelmente ripristinati, ma nel tessuto urbano si notano vari scempi edilizi che hanno tolto fascino al centro medievale e rinascimentale che ebbe momenti di grande splendore sotto l’influenza della vicina Venezia.
Treviso è attivissima, operosa e assai progredita, ma invita all’ozio per quella sua atmosfera provinciale e per il clima nebbioso d’inverno e molto afoso durante l’estate. Inoltre, come del resto tutte le città venete, forse per la vicinanza del mare oppure per la parlata degli abitanti che ricorda qualcosa d’iberico, Treviso sembra una città del sud che invita al vivere “dolce” e senza fretta. Nelle sere tranquille e tiepide delle stagioni intermedie è piacevole oziare ai tavolini di un caffè della Piazza Carducci, all’ombra della leggiadra Loggia dei Cavalieri, risalente al 1200, che è il monumento più caratteristico della città, con le sue sottili colonne quadrate. Le “ciacole” dei trevigiani rivelano che la città è attaccata alle proprie tradizioni provinciali, preferendo restare un po’ chiusa di fronte all’invadenza dei “foresti” che hanno trasformato Venezia in un luna park, Padova in un affollato luogo di pellegrinaggi e Verona in una piccola Chicago con tanti delinquenti in libertà. I trevigiani parlano sempre ed esclusivamente nel loro dialetto. Se interpellati per un’informazione, la prima parola che profferiscono è un curioso “comandi”, mettendosi a disposizione con gentilezza, ma anche con un atteggiamento deferente, forse frutto di secoli di dominazioni straniere e, comunque, di sottomissione alla Serenissima. Treviso è un capoluogo piccolo per una provincia vasta che si sviluppa soprattutto verso settentrione e occidente. Il greto del Piave, le foreste del Montello, le pianure della Marca trevigiana e le alture delle Prealpi, teatri di battaglie campali durante la lotta contro l’Austria, ospitano oggi fiorenti cittadine agricole e industriali, con centri storici interessanti e un altissimo tenore di vita, da Conegliano a Valdobbiadene fino alla gloriosa Vittorio Veneto, da Castelfranco a Montebelluna, fino alla bella Asolo. La provincia trevigiana, come il vicentino è punteggiata da ville patrizie, monumenti del periodo d’oro della Serenissima, specie lungo la via che collega Treviso a Venezia, nota come il Terraglio.
Notizie utili
Area sosta Camper
Via Castello dell’Amore
GPS. N 45°40’12” E 12°15’28”