Sembra un paradosso ma ci sono itinerari italiani che del tutto italiani non sono. Uno di questi è ben rappresentato dai collegamenti stradali e ferroviari fra Cuneo e Ventimiglia. Durante la guerra e anche dopo, per ovvie ragioni, entrambi i percorsi rimasero interrotti per anni. Successivamente, per fortuna, qualcuno scoprì l’importanza delle infrastrutture, non solo dal punto di vista di un ragionevole accorciamento delle distanze fra Piemonte e Liguria nelle loro aree più occidentali, ma anche per l’importanza turistica della strada e della ferrovia. Quest’ultima, un’opera di alta ingegneria, ancorché a binario unico, con tracciato tortuoso con molti viadotti e gallerie elicoidali, non elettrificato, permette nuovamente il transito di “trenini” che rappresentano un’esperienza turistica unica, parte in territorio italiano e in gran parte nella valle del Roya in Francia. La SS n° 20, nota come strada del Colle di Tenda, dopo Cuneo e la bella stazione alpina di Limone Piemonte a quota 1000, s’inerpica con una serie di tornanti molto panoramici fino all’imbocco di una delle gallerie stradali transalpine più vecchie d’Italia.
A quota 1321, il viaggiatore entra in un tunnel che ha il pauroso aspetto di un cunicolo nella roccia viva. Ovviamente i grandi autotreni non possono utilizzarlo ed anche in auto chi soffre di claustrofobia non vede l’ora di uscirne fuori, dopo poco più di 3 km, sul versante francese. Oggi non esiste dogana, solo un cartello stradale indica il passaggio da uno stato europeo all’altro. In Francia la segnaletica cambia, la strada si chiama N.204 e i tornanti si chiamano “lacets” e sono rigorosamente numerati. Si scende a tratti quasi a picco nella Val Roya. I piccoli centri abitati di aspetto alpino sono Tenda, San Dalmazzo e Breglio, ovviamente chiamati Tende, Saint Dalmas e Breuil sur Roya. Qui, strada e ferrovia biforcano. A destra si scende fra bellissimi paesaggi sulla Costa Azzurra fino alla porte di Nizza, a sinistra si rimane ancora per poco in territorio francese e si rientra in Italia verso Ventimiglia in una sottoregione della Liguria interna, poco conosciuta, ma con un fascino particolare. Con al centro il basso monte Abelio, i territori dei comuni di Airole, Dolceacqua e Rocchetta Nervina, su indicazione di Rete Natura 2000 e della Commissione Europea, sono stati dichiarati “Sito di interesse comunitario” per le caratteristiche geologiche e florofaunistiche. Airole desta meraviglia. Era un antico borghetto arroccato su un poggio calcareo con affaccio sul torrente Roya, condannato allo spopolamento e alla rovina. Pochissimi anziani abitanti, abbandonato il centro storico dai vicoli tortuosi, con scalette e sottopassaggi oscuri e antichissime case caratteristiche, ma molto scomode, si rifugiarono in poche abitazioni mediocri intorno al municipio. Al centro rimase vuota la vecchia piazza con la parrocchiale barocca, una bella fontana, un vecchio bar e lo spaccio degli alimentari. Poi si verificò un miracolo non calato dall’alto, ma sceso dai Paesi Bassi. Gli olandesi, come si sa, abituati al loro paesaggio piatto fino al punto di essere in gran parte sotto il livello del mare, vanno pazzi per colline e montagne. Da noi non mancano e loro in modo pacifico stanno colonizzando interi paesi in diverse regioni nostrane. Pare che la prima scopritrice di Airole sia stata una brava scultrice di Amsterdam autoesiliatasi in Italia. Comprò per pochi soldi un insieme di vecchie case in rovina nel cuore del vecchio centro storico di Airole. Erano un insieme di locali angusti, quasi scavati nella roccia, collegati da scalette interne, con affacci e piccole terrazze con vista magnifica sulla valle. In basso scorre il torrente, sulle pendici è un trionfo di vecchi ulivi taggiaschi che offrono un olio prelibato e di macchia mediterranea con essenze rare. La incredibile dimora, restaurata e piena di belle opere di scultura, attirò l’attenzione di altri olandesi, stranieri di altri paesi e qualche italiano amante del bello. Ben presto Airole si rianimò. Oggi il solo problema è trovare parcheggio fuori dall’abitato dove a mala pena possono incrociare due passanti e uno degli innumerevoli gatti del paese. In basso esiste la locale stazione ferroviaria della linea Cuneo-Ventimiglia. Questa città costiera, molto commerciale, si raggiunge attraverso lunghe gallerie anche seguendo la rotabile. E’ la città meno bella della Liguria, ma rimane pur sempre una porta sulla vicina e ridente Costa Azzurra. Chi ha scelto Airole come residenza ha fatto un affare d’oro e vive in un angolo di paradiso tutto da scoprire.