Beati i viandanti dei secoli passati! L’avvento di ferrovie ed autostrade ha privato i viaggiatori delle emozioni che si provavano al passaggio da una regione all’altra attraverso i valichi dell’Appennino tosco-emiliano sulle vecchie strade tortuose, facendo tappe nei villaggi montani fra paesaggi stupendi. Oggi si va da una città all’altra correndo su viadotti e, giunti in prossimità dei passi montani, si percorrono interminabili gallerie buie. Un tempo dalla Versilia solare alla brumosa pianura parmense bisognava affrontare i tornanti della Cisa. Da Firenze, dopo l’incanto dei paesaggi fiesolani e le ombre cupe del Monte Morello, si saliva a fatica al Passo e della Futa e alle balze appenniniche di Raticosa per scendere a Bologna lungo la valle del torrente Savena. Oggi le Frecce rosse delle ferrovie corrono a 250 km/ora in un solo lunghissimo tunnel e per l’autostrada la variante di valico è ancora più sotterranea e buia. Da Perugia a Cesena, quando non c’era ancora la famigerata E45 dove i cartelli luminosi lampeggiano invano a moderare la velocità, si saliva a passo d’uomo al panoramico Passo dei Mandrioli, avendo salva la vita e beata la vista. In un certo senso la fortuna arride ancora soltanto a chi viaggia da Lucca o Pistoia in direzione di Modena e del Brennero. La vecchia statale 12 sale al magnifico Abetone. Basta il nome per riavere negli occhi il paesaggio delle foreste di abeti e nelle narici l’aria fresca del valico e l’odore di resina. Dalla Garfagnana pittoresca e dall’Appennino pistoiese con i villaggi dove sopravvivono gli antichi mestieri, si sale all’Abetone in ambienti ancora squisitamente mediterranei, con vigne, uliveti e cipressi lungo i viali, passando progressivamente alla vegetazione montana e al mondo silvopastorale dell’Appennino Tosco-emiliano. Si scende nel verdeggiante Frignano, sottoregione montana del Modenese, e poi nell’operosa pianura emiliana. Quando già all’orizzonte appare la forma slanciata della Ghirlandina si vede sulla sinistra il grande complesso della celeberrima Ferrari di Maranello, fiore all’occhiello dell’industria automobilistica italiana, ed ecco che la vecchia statale si trasforma in autovia a quattro corsie per entrare in Modena nella periferia orientale della grande città.
Il lungo blocco di ogni attività turistica causato dalla pandemia sarà seguito, si spera, da una ripresa lenta delle abitudini vacanziere di italiani e stranieri, tuttavia con un positivo cambio di passo, di mode e di mete. In fondo le sciagure invitano a meditare ed anche a correggere vecchi errori e frenesie sbagliate. Prima di tornare ad affollare i mostri sacri delle vacanze di massa o gli aerei diretti a lontani paradisi tropicali, dovremmo approfittare per rivalutare le nostre meravigliose contrade. In queste esplorazioni sono favoriti i camperisti e coloro che ancora viaggiano con la roulotte al seguito, ma ormai l’automobilista che viaggia in libertà trova in tutti i nostri territori sorprendenti luoghi ove sostare, rifocillarsi e pernottare. Le campagne, i piccoli borghi, le cittadine minori hanno innumerevoli B&B, piccoli alberghi, locande e ristoranti tipici. Dunque, cartina in mano, lasciamo Lucca in direzione nord sulla vecchia e panoramica statale 12. La via segue l’antica traccia della romana Nuova Clodia lungo la valle del Serchio. Dopo una ventina di chilometri, ecco Borgo a Mozzano con le sue antiche chiese parrocchiali e il curioso Ponte del Diavolo o della Maddalena, sec. XII, con fantastici tre archi asimmetrici. Poi la statale lascia la valle del Serchio e risale quella del Lima. A Bagni di Lucca si può sostare in quella che fu una delle stazioni termali più importanti d’Europa e tuttora famosa per le proprietà curative delle sue acque. Ovviamente questo centro è dotato di buone strutture recettive, alcune datate ed è famoso anche per essere la sede del più antico Casinò europeo. Poi si raggiunge l’area di San Marcello Pistoiese, un borgo con antiche chiese, palazzetti storici ed un curioso ponte sospeso. La statale piega decisamente in direzione dell’Appennino seguendo l’alta valle del Lima. Il percorso è tortuoso e panoramico fino a quota 1388. L’Abetone ha tutte le caratteristiche della località montana dalle due alte stagioni. In estate il villeggiante e il viandante godono della salubre frescura dei magnifici boschi, in inverno si esercitano gli sport sulla neve, agevolati da buoni impianti di risalita sulle pendici del Monte Gomito. La discesa lungo il versante padano è ancora rallegrata dalla bellezza della flora montana, con caratteristiche meno mediterranee. La sottoregione emiliana si chiama Frignano. Si raggiungono i borghi di Pievepélago e Pavullo, prima di scendere lungo la valletta del torrente Tiepido verso Modena. Pievepélago è un’ottima base per escursioni e passeggiate nel Parco Regionale del Frignano e verso certi ameni laghetti di origine glaciale. Pavullo ha l’aspetto di un medio capoluogo con un bel centro storico e chiese, castelli e ponti pregevoli nelle sue varie frazioni.
Notizie utili
Area sosta camper
Via Val di Luce
ABETONE
GPS N 44°08’06” E 10°37’54”