Critici e detrattori, che non mancano mai, sentendo nominare Ladispoli commenteranno trattarsi di uno dei tanti brutti agglomerati della cintura urbana di Roma, una città dormitorio, una via di mezzo fra un quartiere mediocre di edilizia economica e popolare o una borgata, intesa come area di disordine urbanistico e degrado. Per chi vi abita o la frequenta, la cittadina rivela al contrario una serie di vantaggi logistici ed ambientali, che si possono riassumere nelle quattro parole: comodità, salubrità, vivibilità, potenzialità. Dista da San Pietro appena 20 minuti di metropolitana regionale, linea FR5, ha un suo casello autostradale sulla A12 tirrenica, è collegata con autobus frequenti con la più vicina stazione della linea A del metrò romano. Insomma, Ladispoli fa parte a pieno titolo dell’area metropolitana della capitale, con il vantaggio di essere un quartiere costiero assai più attraente e meno caotico di Ostia Lido. Per descrivere meglio le qualità di Ladispoli occorre risalire alla sua origine. La città fu fondata esattamente nel 1888 per volere del Principe Ladislao Odescalchi, signore del vicino antico e splendido Castello di Palo.

Tuttavia il sito già corrispondeva all’importante insediamento portuale etrusco di Alsium, successivamente scelto dai romani come luogo salubre di villeggiatura in sontuose ville augustee di cui rimangono alcuni resti lungo la costa ad est del centro abitato. Evidentemente il nobile fondatore di Ladispoli, che appunto è la città di Ladislao, era un conoscitore dei pregi ambientali del luogo. In breve, i cittadini ricchi della capitale italiana, edificarono numerose palazzine di stile liberty, le quali, fino in epoca moderna caratterizzarono l’edilizia del lungomare e dei dintorni. Agli inizi del secolo scorso a Ladispoli di andava per “cure”, essendo assai nota come stazione termale sui generis. Il segreto s’annida nelle sabbie nere dell’arenile ladispolano che sono di natura ferruginosa, assai raccomandate per la psammoterapia, termine medico per indicare le sabbiature efficaci contro le malattie reumatiche e dermatologiche. Tali trattamenti, integrati da elioterapia e talassoterapia, più semplicemente dette cura del sole e bagni in mare, dovrebbero ancora oggi essere considerati “l’oro nero di Ladispoli”. Paradossalmente, questa caratteristica che altrove, per esempio nella lontana Grado friulana, ha fatto la fortuna del luogo frequentatissimo dai turisti e molto attrezzato per l’accoglienza, a Ladispoli è stata dimenticata. Nessuno dei suoi stabilimenti balneari sembra destinato alle cure, per le quali servono apposite strutture e personale paramedico. La spiaggia e le strutture di accoglienza sembrano attualmente adatte solo per un turismo giornaliero, ma non come centro di villeggiatura e tantomeno cura. Ladispoli ha un difetto “territoriale”, nel senso che è un comune con un entroterra limitato. Potrebbe avere un grande sviluppo urbanistico residenziale, termale e di vacanza se si “verticalizzasse”, seguendo l’esempio della lontana Benidorm in Spagna che ha l’aspetto di una metropoli postmoderna. Invece, a Ladispoli lo sviluppo è stato disordinato e insensato. In centro, demolite le tipiche palazzine liberty, si è optato per palazzi anonimi di otto o dieci piani tipo popolare, nelle periferie in disordine sono sorti complessi di villini, piccoli centri commerciali ed anche il lungomare della vicina frazione di Palo non è stato valorizzato. L’agro di Ladispoli, fertile e noto per la produzione del carciofo, essendo molto limitato contribuisce al valore e al pregio dei raccolti, secondo la nota legge di mercato, “se la merce scarseggia il prezzo sale”. La annuale fiera del carciofo rimane comunque uno degli eventi più importanti della cittadina. A ovest esiste una preziosa riserva avifaunistica, la Palude di Torre Flavia, a est l’Oasi naturalistica di Palo col suo magnifico bosco, oltre la quale si è sviluppata la frazione di Marina di San Nicola, esempio di zona residenziale marina di lusso, organizzata come consorzio e pertanto assai curata. Il simbolo di Ladispoli è il rudere della Torre Flavia. Rischiava di scomparire aggredita dalle mareggiate. Si è provveduto con un sistema di frangiflutti che ha favorito il crearsi di un vasto arenile sul quale sono state piantate palme da dattero che fanno pensare ad uno scorcio tunisino. Chissà, Ladispoli potrebbe ambire come Hammamet a presentarsi come una delle più frequentate località turistiche del mare nostrum. Il Tirreno di fronte a Ladispoli pare sia assai poco inquinato, tanto che al largo è stata notata una specie di barriera corallina che garantirebbe la purezza delle acque e la buona qualità del pescato. Insomma, come località balneare è assai raccomandabile. Il numero dei residenti aumenta di anno in anno, poiché ai margini della metropoli Ladispoli appare come una località dove la qualità della vita è migliore che altrove. La cittadina è anche multietnica e gli stranieri sono perfettamente integrati. La amministrazione della cosa pubblica, pur nelle ristrettezze economiche che affliggono tutti i comuni italiani, a prescindere dalle appartenenze politiche dei responsabili che nel tempo si sono alternati, votati più per le qualità umane che per le fedi, sembra abbastanza corretta osservando come funzionano i principali servizi e l’aspetto piacevole dell’arredo urbano. A Ladispoli non c’è un ospedale, ma la ASL locale funziona bene anche come pronto soccorso e in città si trovano alcuni buoni centri medici polivalenti. Nel disastroso panorama della scuola italiana, Ladispoli appare come un’eccezione. Forse in provincia le famiglie e gli studenti hanno più rispetto per le scuole e gli insegnanti si impegnano molto, desiderando di essere approvati dalla pubblica opinione. Negli istituti superiori della cittadina raggiungono la maturità con una buona preparazione molti giovani che poi trovano impiego facilmente in patria e alcuni anche all’estero.
Sosta Camper
Lungo il litorale nord vi sono diverse e capienti aree sosta camper attrezzate, ma al momento sono chiuse