L’Umbria è il cuore verde d’Italia e Spoleto è al centro dell’Umbria. Più d’ogni altra città rappresentava perfettamente i pregi e i difetti della regione, per la verità per i molti aspetti positivi e le poche manchevolezze provinciali dei piccoli centri dell’Italia centrale. La valletta che separa il colle della Rocca dalle pendici boscose di Monteluco è scavalcata dallo storico Ponte delle Torri, probabile opera del Gattapone della seconda metà del secolo XIV. Il camminamento che lo attraversa è delimitato a sinistra da un basso parapetto e a destra da un alto muro, interrotto a metà da un’apertura ad arco a tutto sesto dalla quale ci si può affacciare sull’abisso. Con un balzo di 90 metri, i suicidi locali si andavano a sfracellare sulle rocce del sottostante torrentello. Dall’alto della Rocca, trasformata in carcere duro, gli ergastolani potevano assistere alla scena, affannandosi dalle inferriate delle celle per dissuadere gli sventurati. Con queste truculente premesse, Spoleto poteva presentarsi come una città medievale lugubre, ma il centro storico è sempre stato una festosa cascata di tetti, verande, balconi fioriti, vicoli, piazzette, torri, campanili e facciate splendide di chiese gotiche in secolare ammirazione della dolce pianura fulignate. Sull’intero abitato domina la mole del bellissimo Duomo, celebre per gli affreschi di Filippo Lippi. La religiosità degli spoletini, nonostante la presenza di tante parrocchie, non è mai stata molto profonda ma, tutta l’Umbria, patria di grandi santi come Francesco, Chiara, Benedetto e Rita, è una regione paradossalmente anticlericale, incline all’edonismo e al libertinaggio. Le persone per bene, dedite come altrove a parlar male, sono qui rappresentate da un manipolo di pie donne, rigide e troppo anziane per essere sospettabili. Il loro mormorio è una brezza lieve, ma la calunnia è un venticello tendente a trasformarsi in un ciclone che non può essere ignorato dalle autorità locali. Un Vescovo, molti anni fa, scrisse un articolo su un giornale spoletino dal titolo piuttosto allarmante: “Spoleto, Sodoma e Gomorra”. Osservando i movimenti della gente e ascoltando le conversazioni, sembra che la perversione più diffusa sia il veniale peccato di gola. Infatti, di pomeriggio, gli spoletini affollano le gelaterie per gustare la straordinaria cassata-torta, mentre di sera è molto di moda andare a Trevi per una cena a base di squisiti vincisgrassi, per i quali sarebbero davvero sprecati i dardi della punizione divina. Per fortuna di tutti e forse per far dispetto ai vescovi, il sole, che in Umbria è spesso rovente, fa fiammeggiare soltanto cascate di gerani rossi fra i ferri battuti dei balconi dell’allegra città. Un bel giorno la dea bendata ha baciato Spoleto e tutti gli spoletini non con un biglietto di lotteria, ma con la scelta della città come sede di un festival. Il Festival dei Due Mondi ha dato a Spoleto fama intercontinentale. I responsabili americani della regia del grande evento culturale, in particolare Giancarlo Menotti, avevano in un primo momento scelto Siena per la sua collocazione più centrale, per la notorietà della città, unica al mondo per l’integrità del suo meraviglioso centro storico medievale, nonostante i modesti collegamenti stradali e ferroviari. Inspiegabilmente, i senesi, sempre dilaniati da liti locali, difficili da comprendere per chi non ha avuto a che fare con le lotte fra le contrade e le fazioni comunali, si fecero sfuggire la grande occasione. Poi si parlò di allestire il festival a Todi, ma alla fine vinse Spoleto che, anziché un ripiego, si rivelò ben presto una scelta vincente. La città non aveva grandi capacità recettive per un evento di respiro internazionale, ma, poiché si trattava di allestire spettacoli musicali, i suoi teatri, ma soprattutto le sue piazze, in particolare la spettacolare “conchiglia” della Piazza del Duomo, si prestavano per concerti e rappresentazioni all’aperto con grande afflusso di pubblico. Il Festival si svolge generalmente in giugno, nella
stagione più bella per l’Umbria. Le notti stellate, all’ombra di Monteluco, con i monumenti spoletini illuminati e i quartieri affacciati sulla pianura scura punteggiata di luci di lontani borghi collinari, sono un palcoscenico ideale per opere liriche, concerti classici, musica d’avanguardia, balletti e operette. Così Spoleto gareggia con Salisburgo e Bayreuth, che in Austria e Germania polarizzano ogni estate l’attenzione dei cultori di musica. Lo storico teatro Caio Melisso è stato restaurato. Era già una bomboniera negli anni ’50. A quell’epoca si aveva l’ardire di mettere in scena in un teatro così piccolo, ma molto ben frequentato, opere che di norma richiedono ben altri spazi. Da un palco al palcoscenico una distanza assai ridotta permette di sentirsi partecipi diretti della rappresentazione. L’opera verdiana richiede una scenografia grandiosa, decine di comparse, cavalli in scena, cori ed esibizioni di massa, ma a lungo nel tempo lo spettatore non riesce a dimenticare qualche straordinario assolo di Radames e Aida, d’Amneris e Amonasro o l’incalzare della marcia trionfale. Durante il Festival, il Caio Melisso ospita oggi raffinate rappresentazioni d’avanguardia. Il pubblico è multietnico, come pure gli autori e gli attori. Qui giovani talenti di tutto il mondo hanno ottenuto una consacrazione di significato universale. La città è rimasta intatta nella sua antica struttura, ma nelle sue strade, laddove esistevano stalle e cantine, vecchi magazzini e cortili fatiscenti, sono comparsi locali raffinatissimi, boutique, gallerie d’arte e antiquariato, enoteche e ristorantini lussuosi. Dai quartieri della città bassa alla Rocca è stato inserito un sistema molto interessante di scale mobili coperte a disposizione dei turisti estasiati dalla bellezza spoletina. La Flaminia, deviata, corre oggi in un tunnel sotto la Rocca. Arrivando da Roma, la città si presenta improvvisamente come una visione d’altri tempi, alta sul colle, turrita, con i suoi campanili e il Ponte delle Torri color ocra sullo sfondo verde cupo dei lecci della vallata.
Notizie utili
Nel sito del Comune http://www.comune.spoleto.pg.it/turismoecultura/ si trovano tutte le informazioni relative a logistica, turismo, cultura, storia ed eventi
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