Nata una sessantina di anni fa come centro esclusivo per vacanze Cerenova, o Marina di Cerveteri, ha conosciuto tempi veramente gloriosi. C’era un Consorzio che ne gestiva l’ordine e la pulizia. Questo fino alla prima crisi edilizia che ha determinato il crollo dei prezzi degli immobili e la vendita, da parte di molti, delle seconde case. Poi con l’introduzione dell’Ici la maggioranza degli abitanti del luogo ha decretato di sciogliere il Consorzio perché avrebbero così pagato due volte i servizi che doveva erogare il Comune. Ed è proprio qui che, come si suol dire, casca l’asino: i servizi pagati al Comune vengono erogati sempre di meno ed in maniera sommaria. Al colle sembrano ricordarsi di Cerenova solo in occasione delle elezioni per il rinnovo della nuova compagine amministrativa. Per il resto è questo un luogo abbandonato al suo destino. Siamo arrivati persino ad eleggere una donna come primo cittadino. Una donna giudicata capace ed ambientalista. Già, perché Cerenova era tutta un viale, una località ombrosa e verde. E guai se il semplice cittadino si permette di togliere una pianta dal suo giardino senza aver preventivamente chiesto autorizzazione e dimostrato di volerla sostituire con una adatta allo scopo. Il Comune no, sembra che possa stroncare le piante senza sostituirle, almeno così appare percorrendo una delle tante vie di Cerenova. Da ombrosi e verdi viali sono diventate anguste ed assolate strade di borgata. Attenzione però, guardate sempre a terra perché potreste inciampare in uno dei ceppi stroncati in malo modo e lasciati a terra con tutto l’impianto radicale. So che l’opposizione è sempre pronta a cavalcare queste situazioni, ma ormai, come cittadini dimenticati, abbiamo sperimentato destra, sinistra, centro, civici, ora anche una donna sindaco, ma il degrado ha continuato e prosegue nel farla da padrone. Questo però è solo ciò che appare, perché poi i disservizi sussistono in ogni settore. C’era una delegazione comunale; c’erano, almeno d’estate, i Vigili Urbani; c’erano gli impianti di irrigazione; c’erano due o tre banche; c’erano negozi; c’erano…; c’erano… e si potrebbe veramente dire c’era una volta. Che peccato, in tutte le parti del mondo un paese posto nell’immediato entroterra e con una frazione a mare come Cerenova ne farebbe di questa il suo vanto e la principale risorsa economica, noi no, noi serviamo sempre e solo al momento delle votazioni e per pagare le tasse richieste.
Giorgio Raviola