Ebbene si, credo proprio di rientrare nella categoria degli anziani, quella che ricomprende coloro ai quali una parte della politica vorrebbe togliere il diritto di voto. Ma se lo fanno, vale a dire se dovessero attuare questa follia sono contento, almeno non debbo più scegliere tra incapaci e furbetti, comunque sia quasi tutti indegni a ricoprire gli incarichi istituzionali, perché purtroppo questo offre la politica oggi. La motivazione sarebbe che chi vota sceglie per il futuro e gli anziani questa prospettiva non c’è l’hanno più. Personalmente debbo dire che il mio più grande tormento è proprio quello di dover, prima o poi, lasciare figli e nipoti in un mondo che tutto ha meno che prospettive persino minimali di futuro. Sto pensando anche che fino a ieri la maturità derivante dall’età, e quindi l’esperienza acquisita dalla vita vissuta, era un valore importante, fondamentale. Nelle popolazioni tribali l’anziano, il saggio, veniva protetto, rispettato e consultato prima di fare le scelte importanti. È vero anche che stiamo attraversando un momento storico in cui chi fa il proprio dovere è un eroe, le vie vengono dedicate a soggetti non razionalmente meritevoli, assassini scrivono libri guadagnandosi la ribalta della cronaca, ecc. ecc. Si tutto sommato è vero, non vedo un futuro degno di essere vissuto, ed allora lascio volentieri ad altri il dover scegliere tra la padella e la brace.
Giorgio Raviola