Gli stolti si sono spellate le mani per applaudire Sua Maestà Re Sergio I del risorto Regno delle Due Sicilie mentre li fustigava. Mani bucate che hanno dissipato la ricchezza dell’Italia e grondano sangue per le innumerevoli imprese private strangolate e dissanguate da imposte feroci e norme idiote per fingere di arginare una epidemia che si sta esaurendo da sola come tutte le epidemie della storia. L’anziano e stanco Presidente della Repubblica, uscito dal portone del Quirinale con il mesto corteo dei facchini con gli scatoloni delle scartoffie, è rientrato baldanzoso come un novello monarca dalle finestre con un corteo scenografico e ovviamente costoso per il contribuente, ma l’uomo è serio e sobrio. Non si è attardato a bearsi delle lusinghe dei leccaculo nella sala del trono, è sceso nella bassa corte, con la sua corona d’oro bianco, lo sguardo fiammeggiante e lo scettro a mo’ di scudiscio. Gli incauti, incapaci, parassiti, voltagabbana, traditori dell’elettorato, prostituti politici passati da una parte all’altra verso chi pagava meglio le loro laide prestazioni, per riservargli le incredibili ovazioni hanno incautamente sollevato le loro luride terga dalle poltrone garanzia di lauti stipendi. Impudichi ci hanno mostrato i grassi glutei marchiati a fuoco con le date di scadenza, come latticini andati a male. Lo ha notato anche il Sire. Non ha fatto cifre, ma è chiaro che diceva loro: “avete solo più 300 giorni per fare una riforma ogni tre per soddisfare le 100 condizioni poste dall’Europa per darci i soldi, che aumenteranno i nostri debiti ma forse permetteranno alla economia, che avete distrutto, di riprendersi a fatica”. Hanno ancora 300 giorni per litigare nel pollaio, poi, per una legge da masochisti da loro stessi varata, metà delle vecchie galline finiranno in pentola per fare cattivo brodo e i galletti da combattimento delle varie fazioni finiranno con il collo tirato nella calce viva, poiché immangiabili e infetti. Speriamo che i pochi elettori che ancora andranno a perdere tempo nelle urne sostituiscano tutti gli altri con persone serie, che forse in Italia ancora esistono. Abbiamo un rispettabile Monarca assoluto, si risiedano comodi nell’emiciclo quegli ipocriti, ad applaudire ci penseremo noi.
Umberto Mantaut