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cure

Ma come li hanno curati?

Pare davvero che esistano persone molto simili ai gatti, i quali notoriamente hanno sette vite, altrimenti certi fenomeni non si spiegherebbero. Ci terrorizzano quotidianamente annunciando che, come le mosche spruzzate di insetticida, in tutto il paese si muore a migliaia di covid19, mentre, uccise per decreto tutte le altre ditte, le imprese di pompe funebri vanno a gonfie vele e a tombe piene. Sembra pure che si risparmierà petrolio, ricavando energia elettrica dal calore degli inceneritori. Intanto, partendo dall’arzillo Berlusconi si arriva al supermondano Briatore, passando per innumerevoli volti noti del mondo dello spettacolo e dello sport, scoprendo che tutti hanno avuto la febbricola, la tossetta e il mal d’ossa e sono guariti, senza andare a Lourdes, che pare chiusa a causa del coronavirus che imperversa più nei Pirenei che sugli Appennini. Questi privilegiati certamente non possono evitare la fine delle loro preziose vite col “pagare”. Nostra sorella Morte non si lascia corrompere per un pugno di dollari  E’ vero che hanno una barca di quattrini e possono andare in cliniche di lusso o in ospedali prestigiosi, ma se il virus è micidiale come dicono e non c’è rimedio, come mai dopo pochi giorni li rivediamo “arzuti e pettorilli” a raccontare che l’hanno scampata bella? Vorranno gentilmente i loro medici dirci con che tipo di aspirina miracolosa li hanno curati? Vorremmo conoscere il nome dei farmaci somministrati e avere il quadro delle cure, per illuderci anche noi di non essere posti in terapie intensive, con un bel tubo in gola e il camion militare prenotato per la eliminazione della salma. Non si pretendono le cartelle cliniche che sono riservate, ma fra i contagiati miracolati, non con il triduo al santo protettore, ma con tre giorni di ricovero ospedaliero e mobilitazione dei luminari, si annoverano molti politici nostrani e “grandi capi” esteri, persino quelli negazionisti che dicevano che non esiste il corona, ma solo la corona destinata ai pochi regnanti rimasti sul trono con lo scettro spuntato. Per l’America non ci stupiamo. In quel paradiso terrestre i presidenti se non li ammazzano a Dallas sparando su commissione dalle finestre, restano in sella e ci riprovano pure, covid o non covid. Da noi si poteva prevedere l’aperitivo avvelenato, ma siamo troppo buoni e se il politico si raffredda lo riscaldiamo con gli applausi, da casa, perché ci ha tolto la movida. Lui guarisce e da buon padre di famiglia sollecita decreti che impongano la maglia di lana a tutti a partire, pensate un po’, dal giorno dei morti, quando cala il sipario della nebbia, che è pure piacevole se mescolata al fumo delle caldarroste. Diteci con che si cura il covid, per favore. Il silenzio circa i farmaci prescritti ai “vip” e ai “big”, dal grande imprenditore, al calciatore “de oro”, alla avvenente nuotatrice, al politico per tutte le stagioni, è un silenzio sospetto. Forse la cura è molto semplice e magari pure poco costosa. Allora, c’è da pensare che non si vuole bloccare l’affarone della vendita delle mascherine e quello miliardario del vaccino che tutti cercano e nessuno trova, perché il covid19 è il cuginetto cattivo del comune raffreddore, del ceppo covid, che ci becchiamo spesso uscendo dalla doccia in un bagno poco riscaldato? Se invece si tratta di medicine misteriose e carissime, meglio non dirlo, perché la sanità pubblica non può regalarle a un popolo ridotto in miseria per decreto. Che diamine, Sansone non deve morire con i capelli dritti, meglio che crepino i filistei, specie se anziani, razza fetente a carico dell’INPS, che ormai spende i soldi dei pensionati arzilli per tenere in poltrona i giovani che non hanno nessuna voglia di trovare impiego. Gli unici professionisti di cui ci possiamo ancora fidare sono i nostri eroi, medici, infermieri e tutti i lavoratori degli ospedali. Per carità di patria, chiediamo loro di non tacere, ci dicano con che sono stati curati tutti quelli che sono guariti.

Umberto Mantaut

 

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