Bologna la dotta, la grassa e la chioccia lo aveva allevato indottrinandolo bene, ma lo stolto pensò incautamente di tornare nel suo natio Egitto, magari con la speranza di diventare una specie di Letta locale, naturalmente senza la di lui cultura. L’Egitto, però, non ne vuol sapere di democrazia e tanto meno di partito democratico. Lo sciagurato finì in celle magari simili a quelle di tante carceri nostrane, ma con clima e vitto peggiori. Si mosse allora la Farnesina, forse ungendo anche con soldi dei contribuenti, e il povero tapino tornò in Italia, ingrato, a fare l’esperto di studi di genere (qualcuno spieghi di che si tratta) col suo master della prestigiosa Università di Bologna. Fin qui nulla di strano, ma purtroppo Patrick Zaki, anche se dice di non parlare bene la nostra lingua, sembra un tantino logorroico e nello scrivere va persino in diarrea. Naturalmente da arabo musulmano non può avere simpatia per gli ebrei e Israele, ma dichiarare: “che Dio maledica la loro specie demoniaca” sembra un tantino più feroce di un discorso hitleriano. Infatti, il terrificante nazista si limitò sempre a considerare gli olivastri ebrei una “razza” spregevole da eliminare nei forni crematori per far trionfare i brachicefali ariani, bianchi come mozzarelle scadute. Insomma, prima dell’illuminante dichiarazione dello Zaki, gli ebrei erano in fondo ancora considerati appartenenti al genere Homo sapiens, con le sue innumerevoli splendide razze che dovremmo tutti rispettare. Invece, mettendo gli ebrei in un’altra sezione zoologica, ossia in specie differente e ovviamente inferiore, si è superato un limite semplicemente indecente. Infatti, appena la Brambilla si distrarrà dallo sbaciucchiare bastardini di cane, la sentiremo guaire per l’enormità detta contro quel povero popolo. Tranquilla la pia donna, Zaki intende specie inferiore, tipo zanzara, scarafaggio o piattola che non commuove nessuno se si elimina con una bella disinfestazione. Zaki ha sostanzialmente inventato un nuovo tipo di pensatore, non più un razziata incallito, bensì lo “specista”. Qui possiamo esaminare la cosa a patto che si accetti che fra noi si aggirano individui che ben poco hanno di umano, senza bisogno di puntare il dito merdoso solo sui poveri ebrei. Secondo il popolo, ovvero la opinione pubblica, cosa ha di umano la mammina che lascia giorni la sua pupa a morire di sete e fame in una casa arroventata, mentre lei se la spassa con l’ultimo “compagno”? Forse, le daranno un ergastolo e la dovremo mantenere a nostre spese per una ventina d’anni, a meno che esca prima per buona condotta. E’ umano il fidanzatino che organizza con coltelli, sacchi di plastica, nastri adesivi la eliminazione della povera ragazza che lo ama solo come amico, ma che non ne può più delle sue morbosità? Anche a lui ergastolo, cioè qualche annetto con vitto e alloggio pagato da noi, poi fuori, magari a ripetere il delitto. Guai a parlare di pena di morte, perbacco, siamo buoni cristiani, anzi poveri “Cristi”, costretti a digerire la nostra “giustizia”. A proposito, dopo tante polemiche sulle famigerate leggi razziali contro gli ebrei, ora che qualcuno li declassa a specie animale inferiore maledetta all’unico Dio serio per i musulmani, vorremmo sapere se nei volumi del nostro famoso diritto a base romana esiste o no un articolo che preveda una minima punizione per una simile porcata. Evidentemente se uno si chiama Zaki può dire ciò che vuole impunemente. Però lo invitiamo a tacere ed abbassare lo sguardo sul suo pisellino circonciso, cosa che lo accomuna a qualsiasi ebreo, e non ci vengano a dire che almeno in quello arabi ed ebrei non siano fratelli o cugini.
Mantaut Umberto