ABBIAMO FATTO PRESENTE AL SINDACO, AL DELEGATO FILIPPO MORETTI E AD ACEA, LA NECESSITA’ DI RIATTIVARE LE CASETTE DELL’ACQUA.
Come tutti ricorderanno, fino a qualche anno nel territorio di Ladispoli, erano presenti e funzionanti 5 casette dell’acqua (o Casette del Sindaco) gestite dalla Flavia Acque. La disponibilità delle “casette” mano a mano è diminuita per ragioni diverse e non sempre chiare (guasti irriparati, provvedimenti sanitari ecc.) fino a cessare completamente con il passaggio a ACEA-ATO2, creando un ulteriore disagio oltre quelli ben noti a cittadini e amministratori locali.
Succede così che i cittadini sono costretti a comprare l’acqua imbottigliata o a dotarsi di depuratore casalingo con elevati costi in entrambi i casi. Per le acque minerali, in particolare, sono da prendere in seria considerazione, oltre i costi, una gestione non sempre trasparente delle Società che imbottigliano e commercializzano un prodotto definito ormai da tempo come “bene pubblico”; diversi marchi commerciali sono stati, infatti, coinvolti nell’insorgenza di problematiche che hanno esposto i consumatori a rischi chimici e biologici.
Tutti noi consumatori e gli Amministratori per primi, dovremmo farci carico dell’avvio della “transizione ecologica”, concetto ormai consolidato sia a livello europeo che internazionale.
Questo processo comprende anche la riduzione della produzione di rifiuti e, in particolare, l’impatto che le plastiche, compresi i prodotti della loro degradazione (microplastiche) hanno sulla salute dell’uomo e degli animali; infine, dovremmo rivolgere uno sguardo attento alle condizioni economiche sempre più disagiate delle famiglie. Premesso tutto questo, siamo qui a chiedere ai destinatari di questo appello che si attivino tutte le procedura per il rifunzionamento delle “casette dell’acqua”, in caso contrario, ci auguriamo che siano fornite ai cittadini le opportune motivazioni a sostegno di questa scelta.