Le nostre vite “affrettate” spesso ci portano ad abituarci al degrado presente in città.
Capita anche a Ladispoli di trovarsi a camminare senza più accorgerci di ciò che ci circonda.
Capita di abituarci all’enorme palazzina di Via Ancona – quella dell’ex istituto alberghiero – fagocitata dai palazzi, dal traffico, dai calcinacci e dalle piante invasive che la circondano.
Fagocitata da giochi di potere e inazione politica che ne ha causato un vero e proprio abbandono “istituzionale”.
L’edificio, di proprietà della Città Metropolitana e presente nel Piano di alienazione e valorizzazione immobiliare” dell’ex Provincia, rappresenta la peggiore pagina della politica “acromatica” presente nei nostri territori. Crediamo infatti di non poter dare un colore all’inefficacia e all’ immobilità praticata in ogni livello istituzionale.
E stride il binomio di nuove costruzioni e degli edifici abbandonati, sul nostro territorio.
La politica propagandistica portata avanti con “note” e “comunicati stampa” nelle campagne elettorali, ci lascia ancora una volta con tante promesse e zero risultati.
Il sindaco di Ladispoli dice che riesce ad ipotizzare solo un recupero della struttura, insieme ad Ater (commissariata pochi giorni fa) per offrire abitazioni con affitto calmierato per giovani coppie ma in questo modo, passa oltre la tematica dell’ edilizia popolare.
Il piano di “alienazione” coinvolge ormai anche il mondo delle idee poiché, non accorgersi dei problemi sociali e delle difficoltà economiche dei propri cittadini, relega effettivamente il sindaco su un altro pianeta e allontana qualsiasi eventuale prospettiva di miglioramento della vita dei ladispolani.
Sarebbe interessante capire come mai, rilasciando nuovi permessi di costruire, il Comune non richieda prezzi calmierati ai costruttori, invece di lasciare tanti appartamenti sfitti e devastare il profilo della nostra città, creando un mercato immobiliare inaccessibile a molti.
Il progetto grandiano di “riempire” la città di case, ci fa puntare ancora una volta il dito sui servizi “non offerti” ai cittadini e di cui nessuno sembra preoccuparsi.
Tornando all’edificio di via Ancona, l’ipotesi “case popolari” sembra sfumare mentre nei corridoi si parla da tempo di nuovi lotti da cementificare e più “idonei” (per chi?) per soddisfare le numerose richieste di alloggi popolari.
Gli interessi – ed i conflitti scaturiti – sono molteplici ed abbiamo il dovere di sottolinearli ai nostri cittadini.
La spesa elevata per il recupero dell’ex alberghiero, devastato anche internamente nel 2016, ci fanno pensare ad una corsa al ribasso di prezzo per un’eventuale vendita che al momento neanche Città Metropolitana prende in considerazione e che rappresenta un vero fallimento istituzionale.
Pretendere il recupero degli edifici abbandonati dovrebbe essere la politica principale da perseguire anziché continuare a buttare cemento su aree verdi.
Inoltre, stentiamo a credere che la maggioranza, riconfermata al secondo mandato elettorale, non riesca a pretendere la risoluzione di questo problema.
In che modo avete convinto i cittadini che vi hanno dato fiducia elettorale, se all’atto pratico non avete fatto nulla di concreto, a parte intestarvi i successi dell’amministrazione che vi ha preceduto?
Crediamo invece non ci sia volontà né la competenza di agire e rimarchiamo la volontà di lasciare aree della città allo sbando, terre di nessuno, cuscinetti tra “il centro commerciale all’aperto” e la povertà sociale ed economica che continuiamo a denunciare e descrivere, preferendo le nuove aree residenziali: per quanto nasconderete la testa sotto la sabbia?
La città si allunga verso l’Aurelia e oltre, il nuovo Far west, dimenticando tutto il resto.
Tutte le promesse, sono solo malta tra un mattone e l’altro. L’età dell’oro però è solo per pochi eletti.
Circolo Sinistra Italiana
Roma Litorale Nord
“Mahsa Amini”