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Ladispoli, la Benidorm del Tirreno?

Qualcuno griderà alla esagerazione, ma Ladispoli, nell’ambito della odierna grande area metropolitana di Roma, fra i vari centri abitati è forse il più appetibile per i suoi grandi vantaggi ambientali e infrastrutturali. Fra i torrenti Vaccina e Sanguinara, nel lontano 1888, il principe Ladislao Odescalchi fondò la piccola “polis” con il suo nome, proprio per la salubrità dell’aria, il clima dolce e le proprietà terapeutiche delle sabbie ferrose della spiaggia. All’inizio era poco più di un villaggio di vacanze e cure, con villini liberty di ricchi romani e modeste case di contadini e pescatori. Poi, poco a poco, assai male amministrata dal comune di Cerveteri che stoltamente la considerava frazione trascurabile, crebbe come città dormitorio, con scempi urbanistici da borgata romana. Quando ottenne la autonomia, comunque penalizzata da un territorio e un entroterra comunale assai limitato, la piccola città conobbe un improvviso e tumultuoso incremento demografico, tanto che oggi ha più di 40.000 residenti, oltre ai numerosi villeggianti stagionali. In un certo senso fu giocoforza “verticalizzare” lo sviluppo urbano, ma furono scelte tipologie edilizie senza lungimiranza. Se nello spazio occupato da quattro palazzi mediocri da otto piani ciascuno si fosse costruito un grattacielo elegante di 32 piani, con parcheggi e giardini intorno, la città sembrerebbe una Benidorm sul Tirreno. Tuttavia, chi oggi esce dalla stazione nella parte più urbanizzata e s’incammina lungo il Viale Italia, che la collega alla costa, nota meravigliato che si tratta di una bella via commerciale con ottimi negozi e un discreto arredo urbano, come una strada importante di una grande città. Peccato che, a causa della difficoltà di trovare alternative per la circolazione delle auto, la strada non sia un’isola pedonale, come logica vorrebbe. Invece, lo sviluppo di Ladispoli lungo la costa e nell’entroterra è avvenuto con formule estensive di comprensori residenziali di villini a schiera, in funzione residenziale e vacanziera. Particolarmente pregevole è la frazione orientale di Marina di San Nicola, gestita da un consorzio che assicura ottima cura estetica, con una bella passeggiata a mare fino ai ruderi della villa romana di Traiano dell’antica Alsium. Caso più unico che raro, a dritta e a manca del territorio cittadino, Ladispoli ha due gioielli naturalistici protetti, le oasi avifaunistiche e botaniche di Palo e Torre Flavia. Recentemente e con grande sorpresa degli esperti di scienze del mare, nelle acque pulite antistanti la spiaggia, famosa per le cure psammoterapeutiche, si sta sviluppando un’oasi marina simile ad una barriera corallina. L’agro ladispolano a nord della città è famoso per pregiate produzioni orticole. Tutti conoscono il carciofo di Ladispoli, per il quale si allestisce ogni anno un’importante fiera primaverile. Insomma, considerando la straripante e talvolta persino esagerata moda “ecologica”, vivere a Ladispoli significa star “bene”. Per i collegamenti, rispetto a tanti altri centri abitati dell’area metropolitana, Ladispoli è assai fortunata. La FL5 metropolitana, con ottima frequenza specie nelle ore di punta, collega la stazione di Cerveteri-Ladispoli in 20 minuti con San Pietro, 35 con Roma Ostiense in corrispondenza col metrò B, 40 con Tuscolana e il metrò A, 50 con Roma Termini, in pieno centro della capitale. Chi in Roma si sposta da un quartiere all’altro impiega tempi ben superiori. Per fare un esempio si provi ad andare da Monte Sacro a Monteverde in orari di traffico. Per ora a nessuno è venuto in mente di collegare Ladispoli con corse per l’aeroporto, via Ponte Galeria, la linea esiste già, ma occorre farci correre i convogli di una nuova FL fra Fiumicino e Tarquinia, come treno dell’Etruria.. La A12 consente di raggiungere in auto l’aeroporto in 25 minuti, Roma Eur in 45, Civitavecchia Porto in 35. Meno agevole viaggiare sulla statale Aurelia. Fino a Torrimpietra è ancora con il vecchio tracciato, poi a quattro corsie, comunque è sempre afflitta da molto traffico. Ciò rende scomodo e con ritardi il servizio di autobus. Nessuno ha mai pensato di istituire corse no-stop autostradali Ladispoli-Roma-Eur, che agevolerebbero molto i pendolari impiegati in città. Ora, purtroppo, occorre aggiungere qualche dolente nota. Entrare o uscire da Ladispoli in auto è ormai un’impresa non facile, ma il vero dramma sono i parcheggi. Da est, tutto sommato, si raggiunge il centro abbastanza agevolmente dal sobborgo di Palo, lungo arterie scorrevoli. Al contrario da nord, ossia da Cerveteri e dall’autostrada, esiste una strada stretta a sole due corsie attraverso un’area che permetterebbe, volendo, un ampliamento a quattro corsie, ma poi si finisce nella strozzatura del vecchio cavalcavia ferroviario e in un intrico di vie strette con sensi unici e tortuosi itinerari per districarsi nel centro cittadino. A ovest esiste un nuovo ed ampio cavalcavia sulla linea ferroviaria, ma la segnaletica non esiste per invitare gli automobilisti a deviare per entrare in Ladispoli da quella parte, dove, ancora e comunque, si finisce in un dedalo di piccole vie urbane. La sosta in tutta la città è problematica, in molte parti a pagamento e sempre difficoltosa. Ladispoli ha poche piazze spaziose e nessun parcheggio sotterraneo. Per gli utenti della ferrovia è stato concepito un parcheggio a monte della linea, ma nel progetto non si è pensato a creare almeno un cunicolo pedonale sotto la ferrovia per accorciare il percorso per entrare in stazione o raggiungere il centro città. Insomma, il problema è irrisolto e la situazione è fatalmente destinata a peggiorare. Difficile ubicare e finanziare parcheggi sotterranei, Con il tempo, ampliandosi ancora la città, forse, si troverà la soluzione mediante autosilo multipiano, come a Fiumicino o alle porte di Milano, antiestetici, ma comodi, specie se serviti da navette verso il centro urbano. Per ora il servizio di bus urbani in Ladispoli e verso le frazioni è piuttosto modesto come numero di linee e frequenza delle corse. Tuttavia, abitanti ed amministratori locali, pur con i logici limiti umani, dimostrano per diversi aspetti di avere mentalità dinamiche e non per nulla nel 2011 Ladispoli è stata insignita del titolo di “città”. Chissà, un giorno forse si rimedierà alla scellerata separazione da Cerveteri. Insieme i due centri formerebbero un capoluogo di oltre 70.000 anime, in grado di avere molta più voce in capitolo nel contesto della metropoli romana, senza contare i vantaggi economici e funzionali consorziando e razionalizzando i vari servizi urbani.

                                                              Umberto Mantaut

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