Riflessioni in seguito all’ennesima sciagura sul lavoro in cui è stato coinvolto un giovane di Bracciano
700 morti sul lavoro ed un bollettino “di guerra” che aumenta di ora in ora.
Le ultime notizie arrivano dal nostro territorio, di un giovane lavoratore di 21 anni che, a seguito di un incidente, non ce l’ha fatta.
Vogliamo soffermarci su questa notizia, affinché non sia soltanto “l’ennesimo caso” di morte bianca.
Lo facciamo perché il mondo del lavoro e la tutela dei diritti, fanno parte delle nostre battaglie sociali: non riusciamo a girarci dall’altra parte.
Nella nostra città, trovare lavoro è praticamente impossibile, un mondo arcaico e fermo, legato alle “conoscenze” dell’amico dell’amico e a scambi di favori, terreno ideale per sviare alla sicurezza, ai diritti fondamentali dei lavoratori, a contratti in regola.
Ci soffermiamo perché abbiamo sentito politici locali, parlare di aiutare i giovani, con stage e apprendistato infiniti che calpestano le capacità dei nostri ragazzi.
Abbiamo, però, anche sentito, dagli stessi politici locali, affermare che non si riescono a trovare giovani disposti ad accettare lavori (per lo più mal retribuiti) perché preferiscono “stare sul divano e percepire il Reddito di cittadinanza!!
Ci soffermiamo affinché il mondo del volontariato non sia solo uno step “obbligatorio” per un posto di lavoro part time.
Ci soffermiamo affinché i lavoratori stagionali sulle nostre spiagge non siano costretti a lavorare per più di 12 ore e una paga oraria di 3€.
Ci soffermiamo per i pendolari che lamentano dei pochi servizi e della scarsa offerta di trasporto, affinché anche andare a lavorare non sia un’ulteriore ora di frustrazione per raggiungere il luogo di lavoro.
Ci soffermiamo perché siamo convinti che parlarne, anche dai nostri quartieri, possa cambiare il punto di vista su questioni soffocate da tempo.
Concludiamo rivolgendo un pensiero ai braccianti morti nei campi a seguito di condizioni di lavoro disumane.
Alle donne i cui diritti di tutela sono spesso inferiori a quelle degli uomini.
Ai morti sul lavoro dopo il lock down a causa di non effettuata manutenzione per recuperare il profitto perso.
Ai medici e infermieri e a tutto il personale sanitario morto durante la pandemia o con danni da stress per il lavoro massacrante.
Ai giovani che per quel progetto sciagurato “Alternanza scuola-lovoro”, che anziché offrire occasione di formazione ha offerto sfruttamento e zero tutele e morte.
A tutti i lavoratori che riportano danni da stress per ambienti e tipologie di lavoro frustranti e umilianti.
Come il nostro deputato, Soumahoro, porteremo le battaglie per il lavoro ovunque possibile.
Sinistra Italiana, Ladispoli-Cerveteri