Ladispoli Attiva ama i libri e lo ha ampiamente dimostrato poche settimane fa con l’iniziativa “Libri in Piazza”, donando più di 400 copie alla Biblioteca Diffusa dell’Istituto comprensivo Corrado Melone. Tuttavia, fra le tante scelte che il panorama letterario offre, riteniamo francamente assurdo e fuori luogo quella fatta dall’Assessore alla Cultura di Ladispoli Marco Milani per la presentazione, venerdì prossimo, del libro sulla vita di Rodolfo Graziani.
La qualità e lo spessore di una proposta culturale la si vede anche dalla selezione dei contenuti. Per questo riteniamo inaccettabile che venga patrocinato dall’Assessorato alla Cultura un libro dedicato alla subdola riabilitazione e riqualificazione di un gerarca fascista come Graziani. Non ne sussiste né l’esigenza storica, né tantomeno culturale. Anche perché, del resto, ad avvalorare quest’affermazione sono le stesse inequivocabili parole della quarta di copertina del libro: […] “il saggio scopre una figura inedita e ci dà gli strumenti conoscitivi per avere una visione più ampia e neutrale sull’intera esistenza di Graziani. Al lettore la facoltà di scegliere da che parte stare: accusare, assolvere, giustificare, condannare colui che fu il primo generale del regno e maresciallo Italia dai natali borghesi e non aristocratici.” […]
Queste sono parole gravi e pericolose, poiché aprono a un revisionismo storico di cui non abbiamo bisogno, che travalica i confini storici e storiografici solitamente ben contestualizzati. È la Storia stessa ad aver deciso da che parte stare e di certo nessuno avverte la necessità di dotarsi di strumenti nuovi per avere addirittura una visione neutrale nei confronti di un assassino, carnefice fascista e criminale di guerra come fu il Graziani. Noi non vogliamo scegliere: abbiamo già scelto da che parte stare; l’Italia lo ha fatto più di settant’anni fa.
Ladispoli Attiva ritiene pertanto molto grave che a Ladispoli si sia avallato e soprattutto patrocinato la presentazione di un tale libro, trincerandosi dietro la maschera dell’interesse storico e per giunta in una Biblioteca comunale intitolata a Peppino Impastato. Questo tipo di “cultura” non può trovare terreno fertile nel nostro Comune, che fa parte della Repubblica Italiana la cui Costituzione è per sua natura antifascista. Esprimiamo pertanto tutto il nostro dissenso e la nostra più profonda indignazione, perché crediamo che la nostra città meriti una proposta culturale più elevata, più moderna e non inficiata da pericolose e quanto mai inutili nostalgie.