Nessuno ci aveva pensato o nessuno ha avuto il coraggio finora.
È giunto il momento, anche per noi uomini, di scendere in piazza e decidere da che parte stare, scendere in piazza per affiancare le donne in questa battaglia, contro i femminicidi, contro la violenza sessuale, contro le discriminazioni che un mondo maschilista – che non ci appartiene – continua a perpetrare, talvolta impunito.
Una società dove le donne sono umiliate, sottopagate, accantonate e noi, non lo accettiamo.
Abbiamo scelto di dimostrarlo in questo modo, non per diventare protagonisti di questa battaglia ma per aiutare a tracciare un percorso, insieme, scardinando odiosi concetti e tabù.
Per maggiori informazioni potete contattarci via email bastafemminicidi@gmail.com , tramite facebook https://www.facebook.com/UomininMarcia.BastaFemminicidi/ , su instagram
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Di seguito, il nostro appello, che invitiamo a sottoscrivere e diffondere:
APPELLO PER UNA MANIFESTAZIONE DI UOMINI CONTRO I FEMMINICIDI E IN SOLIDARIETÀ CON LE DONNE.
Perché un appello rivolto agli uomini per scendere in piazza e attivarsi in prima persona?
Perché l’orribile fenomeno dei femminicidi e della violenza sulle donne è purtroppo ben lungi dal risolversi, anzi è in preoccupante aumento.
Perché la violenza, fisica e psicologica, sulle donne la fanno gli uomini.
Perché è necessario rompere i meccanismi sociali e culturali, prettamente maschili, che sono alla base di tali comportamenti. Comportamenti che perdurano da secoli, millenni, figli, in ultima analisi, di un concetto di società patriarcale che vede comunque la donna in posizione inferiore rispetto all’uomo.
Perché anche quando tali atteggiamenti e comportamenti non si esprimono attraverso gesti di violenza diretta, fanno sì che, nonostante giusti proclami o dichiarazioni di princìpi, tante, troppe donne continuano ancora ad essere discriminate nella società, sul lavoro ed in famiglia.
Perché il presunto senso di superiorità maschile, che ancora persiste nell’animo di molti, troppi uomini, nella loro cultura, nel loro modo di pensare e di esprimersi, non hanno alcuna giustificazione, né storica, né scientifica, se non quella di continuare a perpetrare una forma di potere e di controllo di una parte della popolazione umana sull’altra.
Perché se non si rompe la catena, il circolo vizioso della “comprensione” (quando non vera e propria complicità maschile) nei confronti di questa mentalità, in una società complessa quale quella nella quale viviamo, il rischio concreto sotto gli occhi di tuttə è che questi fenomeni divengano generalizzati.
Perché se è pur vero che la violenza, la discriminazione, l’oppressione femminile vi sono sempre state da secoli, è arrivato il momento di dire BASTA! E tocca ora a noi uomini dirlo, affermarlo con forza, nelle piazze, in ogni angolo e momento della nostra vita sociale. Ne va della nostra dignità di uomini, liberi dai condizionamenti culturali arcaici, dai presunti dogmi religiosi, dignità protesa a combattere un’organizzazione economica della società alla quale fa comodo la discriminazione del genere femminile.
Per dimostrare che molti di noi sono differenti dai soggetti che compiono questi atti criminali, ma anche da quelli che coscientemente o meno tendono a giustificare con frasi del tipo: “ma lei pure…” o “se l’è cercata” che ancora sentiamo pronunciare da troppi politici, giornalisti, persone comuni.
Quello che proponiamo, a partire dal nostro territorio, è una mobilitazione da parte degli uomini, in solidarietà con le iniziative di questi giorni dei movimenti delle donne. Un corteo silenzioso, di uomini, senza bandiere o simboli di partito o religiosi o etnici, che partendo dal piazzale Roma, arrivi fino a Piazza Rossellini dove vi sarà un momento di riflessione e dibattito collettivo.
Firmatari:
Alessandro Giovannetti – Mimmo Dieni – Adriano Quintiero – Pierluigi Alvaro – Enzo Paliotta – Gianfranco Marcucci – Fabio Paparella – Luca Massenti – Marco Di Marzio – Alessandro Putero – Marco Piracci – Angelo Sarno – Dario Antimi – Vincenzo Vona – Giacomo De Vito – Alessandro Maffei – Valerio Valentini – Riccardo Agresti