Ormai è incontrovertibile, tutti i cittadini dei 27 paesi, grandi, piccoli e molto diversi fra loro che hanno aderito alla U.E, Unione Europea, non ne possono più delle vessazioni che subiscono da anni da parte di Bruxelles. Infatti, nella bella quanto piovosa capitale belga ha sede la Commissione. Fra tutti i baracconi costosissimi che il contribuente europeo mantiene fra Bruxelles, Lussemburgo e Strasburgo, la Commissione ha sostanzialmente il potere legislativo. Emette “direttive” che gli stati membri devono recepire e convertire in leggi nazionali da far rispettare. Il concetto è positivo: cercare di uniformare regole e comportamenti dalla Lapponia all’Andalusia, dall’Irlanda a Malta, passando per le “presunte” grandi potenze europee, Germania e Francia, costituenti l’asse francotedesco spacciatosi sempre come locomotiva del vecchio continente. Da troppi anni le direttive di Bruxelles mirano al suicidio dell’Unione. Solo il Regno Unito ne è uscito e pare non navighi in buone acque, ma almeno non deve mettersi sull’attenti di fronte alle pretese di una qualsiasi Merkel. Bruxelles vuole trasformare la vecchia, gloriosa Europa in una macchiolina di un verde (green) cadaverico, nella immensità del mappamondo. Intanto, Asia, Africa e Americhe, affollate e in disordinato sviluppo continuano imperturbabili ad inquinare il pianeta. Si blatera di energie alternative, ma non si fa abbastanza per il “pulito” nucleare di ultima generazione e per i carburanti non inquinanti. Ora, parlare qui di “tappo di Ursula” deve essere letto come il tentativo per partire da un “ridicolo” particolare e suscitare un sorriso, sempre d’aiuto anche nelle peggiori tragedie. E’ una sciocchezza, ma sotto gli occhi di tutti, disturba i commensali nel mescere e coloro che bevono direttamente dalle bottiglie di plastica, con quella poco elegante gestualità camionistica. Gli incivili continueranno ed abbandonare bottiglie e tappi in ogni luogo, i ligi al dovere elimineranno i vuoti nella differenziata, nel contenitore della plastica. Intanto, i troppi che non si interessano, ignorano e non sono al corrente dei veri drammi, possono almeno a domandarsi fin dove arriverà la pretesa europea di condizionare tutto delle nostre vite. Partiamo da agricoltura e allevamenti. Sono attività primarie messe in gravi difficoltà fra costi aumentati e direttive ecofolli. Gli imprenditori agricoli sono miti e pazienti, ma hanno protestato raggiungendo con lunghe colonne di trattori le sedi europee e nazionali, ma per ora non hanno ottenuto nulla. Il settore “automotive”, brutta parola per indicare la essenziale industria automobilistica col suo enorme indotto, è piombato in una spaventosa crisi. L’Europa vorrebbe l’elettrico subito, avvantaggiando semmai la Cina, ma ha bloccato gravemente produzioni e consumi. Se ne sono accorte persino le presuntuose Francia e Germania che vivono i giorni peggiori della loro storia, pagando il fio per le loro prepotenze, durate anni, ai danni di tutti gli altri, specie l’Italia. Inoltre, ma non infine, pensiamo ad un povero pescatore italiano. Costui, tirando su una rete, dovrebbe pesare ogni pesce, grande o piccolo, catalogarlo, registrarlo e trasmettere i dati perdendo tempo e rischiando severe sanzioni. Intanto, senza freni comunitari, pescherecci di altri paesi continueranno a rastrellare il mare nostrum e venderci il pescato a basso prezzo. Secondo il “gree deal”, patto verde, concepito dal più folle fra gli eurodeputati, un certo Timmermans, che per fortuna si è allontanato offeso, perché alcuni suoi colleghi opponevano resistenza alle sue pretese, dovremmo a breve e a nostre spese deturpare i nostri meravigliosi centri storici e gli innumerevoli borghi antichi foderando le case, dotandole di infissi moderni e ricoprendole di pannelli solari. Prepariamoci a vedere pale eoliche sui campanili di Firenze e sui colli toscani o euganei, oltre a rendere la Cà d’Oro ecocompatibile sul Canal Grande. Gli europei hanno aperto gli occhi votando diversamente alle ultime europee. Doveva essere un chiaro segnale per la Commissione. Si chiedeva un cambio di rotta. Basta distribuire pillole di cianuro per il suicidio dell’Europa. Invece, è rimasta quella di prima, presieduta dalla Signora, anzi Frau, Ursula von der Leyen, senza dubbio persona degna e preparata, oltre tutto buona madre di famiglia. Speriamo che la smetta di fungere da matrigna per l’Europa. Purtroppo, per avere i numeri per presiedere “ancora” la Commissione, ha dovuto mettersi in seno certi aspidi di Cleopatra, che le daranno filo da torcere volendo ridiscutere il terrificante “green deal”. Speriamo che “il nostro” Dio gliela mandi buona.
Umberto Mantaut