Tutti i sindaci, sicché Alessio Pascucci non fa eccezione, sono stati scelti da elettori evidentemente convinti delle loro qualità di buoni amministratori. Ovviamente coloro che sono politicamente allineati con le idee del vincente sono i suoi convinti partigiani. Gli avversari non mancano mai e spesso sono particolarmente astiosi, specie coloro che avrebbero ambito alla “poltrona” di primo cittadino ed hanno perso le elezioni. Poi ci sono persone che mettono da parte la politica fallace e “mentirosa” tanto a destra, quanto a sinistra, passando per il centro, e votano badando solo alle qualità personali del personaggio che durante il suo mandato deve far fronte alla ordinaria amministrazione di un Comune dalle Giunte litigiose, cosa da far tremare i polsi anche ai più ardimentosi. Nelle nostre realtà di località con grandi potenzialità turistiche nell’area metropolitana romana, con prestigiosi aspetti archeologici e balneari, privilegiate per l’ambiente ancora “vivibile” dal punto di vista residenziale, oltre a gestire l’ordinario occorre avere una visione ampia circa le prospettive, quindi saper programmare e portare a termine progetti che mirino al futuro, senza cadere nel ridicolo di opere di regime, dette anche cattedrali nel deserto. Non per questioni di moda, ma di difesa dell’ambiente troppo spesso massacrato dalla speculazione insensata, i sindaci di solito fanno sfoggio di profonda conoscenza della “ecologia”, materia complessa che non prevede un ritorno alla civiltà delle caverne, la quale forse per prima ha iniziato a non rispettare l’ambiente. Questa scienza mira a coniugare il rispetto della natura e l’umana ambizione di voler progredire, sviluppandosi progressivamente, poiché nessuno vuole tornare indietro dopo aver raggiunto un relativo benessere. Il presupposto per definirsi ecologisti è il possesso di una certa sensibilità unita alla buona cultura generale, cose rare nel mondo di oggi, dove paradossalmente le persone sensibili sono considerate “deboli”, quindi persino oggetto di derisione, mentre le redini anche di essenziali istituzioni sono affidate ad incompetenti, di solito pure presuntuosi. L’exsindaco di Cerveteri oggi si occupa di questioni ecologiche nella vicina Ladispoli. In questi giorni con una delegazione di Agenzia Nazionale Civica sarà presente all’assemblea di Sinistra Civica Ecologista. Sembra trattarsi di un’assemblea ad alto contenuto politico, quindi forse solo con lo spettacolo squallido che la politica attuale ci riserva, mentre la ecologia per il momento sarà lasciata molto ai margini, ma non bisogna mai disperare. Il tema “ambiente” nelle mani di Pascucci è in buone mani, sia scusato il gioco di parole. Il personaggio è notoriamente estroso, quindi spesso sorprende per certi suoi comportamenti. Ricordo qui un episodio assai curioso che ne sottolinea la sensibilità. Verso il tramonto di una giornata primaverile umida in un’area di verde pubblico di Cerenova notai un piccolo assembramento di persone che osservavano preoccupate qualcosa in una siepe. Pensai al solito uccellino caduto dal nido e mi avvicinai curioso. Fra quelle persone, con mia sorpresa notai la chioma assolutamente inimitabile del nostro Sindaco Pascucci confuso fra la piccola folla. L’oggetto di tanta attenzione era una bella farfalla che non sembrava proprio in buona salute. Svolazzava, cadeva in basso, tentava di risollevarsi. Finalmente qualcuno la prese con delicatezza sistemandola in posizione sicura. Il Sindaco volle sapere se era possibile conoscere il nome del bellissimo lepidottero. Avendo qualche nozione di entomologia intervenni. Si trattava di un adulto di Papilio macháon, una specie i cui bruchi si nutrono di carote, finocchi o prezzemolo, con adulti particolarmente eleganti e purtroppo sempre più rari. Del resto Macháōn era figlio di Asclepio ed Epione, fratello di Podalirio pretendente di Elena. Egli morì durante la guerra di troia. Forse il nostro, nonostante le premure del gruppo degli amanti della natura, Sindaco incluso, morì solo e triste nella siepe di Caere nova, in quella notte primaverile. Il genere Papilio è in via di estinzione, speriamo resistano i sindaci ecosensibili.
Umberto Mantaut