All’alba il buon padre di famiglia si desta al cicalino della sveglia digitale. Quelle più sofisticate, oltre all’ora in caratteri luminosi, sprigionano una musichetta eccitante. L’uomo corre in cucina a mettere la cialda nella macchina del caffè che in pochi istanti gli distilla un bollente espresso tipo bar. Poi doccia calda assicurata dal boiler sempre acceso. Ci si fa la barba col rasoio elettrico e per l’igiene orale si usa lo spazzolino rotante a pila ricaricabile, come il cellulare. Due fermate di tram ed ecco l’ufficio dove si suda d’inverno col riscaldamento a palla e si gela in estate nell’aria condizionata. Intanto a casa la signora ha messo i panni in lavatrice e attivato il programma prelavaggio, lavaggio, 90 gradi, risciacqui e centrifugazione. Poi porta in auto elettrica il ragazzino a scuola a due isolati e la pupa a danza a tre. Rientra, passa i panni nella macchina che asciuga. Una volta si stendeva, ma ora il ponentino accusato di essere troppo lento si è offeso e non spira più. La poveretta corre a lavorare in nero. La barca della famiglia non è a propulsione elettrica, bisogna remare in due, ma se dichiari tutto il fisco la affonda. I pasti frugali sono serviti a base di surgelati estratti dal freezer acceso giorno e notte a meno 22. La cottura è breve, pochi minuti in microonde. Dopo cena si passa a un “interesting dialogue papà aurea”, tradotto un aureo momento di colloquio fra genitori e figli. Luci accese in tutte le stanze. Papà guarda la partita in salotto, i pupi nelle loro camerette si beano con i cartoni animati nippoamericani con orrendi mostri urlanti e grattacieli che esplodono. Mammà in cucina rigoverna, attiva la lavastoviglie, si prepara la tisana rilassante, guarda la sua tv. Infatti è in ansia perché non si capisce con chi andrà a letto il grande fratello. Le grandi sorelle, per nulla stanche di stare a lungo nella casa chiusa, stanno schierate in offerta speciale con trucchi e abbigliamenti adeguati al faticoso compito. Alle 23 tutti a nanna sotto le termocoperte elettriche, mentre in corridoio si lascia tutta la notte una lampada accesa poiché i pargoli hanno paura del buio. Ora questo “progresso” sembra minacciato da una possibile guerra atomica. In Europa rimarranno pochissimi fortunati superstiti, al buio, ma in pace. Infatti, si tornerà alla vita nelle caverne, ma le clave saranno introvabili. Le poche reperite in antichi scavi stavano nei musei archeologici e antropologici polverizzati dalle bombe nucleari con tutte le altre collezioni di opere belle e brutte dell’umanità. A proposito, conviene suggerire al Vaticano di salvare per tempo la Pietà di Michelangelo in qualche profonda catacomba romana, dove le radiazioni non possono arrivare.
Umberto Mantaut