Stiamo scorgendo la luce in fondo al tunnel e ce la vogliono spegnere. La terribile epidemia da covid pare che si stia trasformando lentamente in una infermità meno letale. I Covid sono una famigliola molto prolifica di virus di raffreddori e influenze, ma quello che ha colpito il mondo intero sulle ali dei pipistrelli cinesi è il cuginetto più cattivo. La storia insegna che anche le peggiori pestilenze fanno stragi, hanno picchi spaventosi di virulenza, ma poi il microbo muta in una forma blanda e scompare. I malanni respiratori imperversano tutti gli anni in inverno, ma la bella stagione li fa sparire. Le temperature si fanno più miti, la gente esce all’aria pura e finalmente l’incubo finisce. Sembra già di notare qualche timido sorriso sui volti della gente, fino a poco tempo fa terrorizzata, diffidente, astiosa, depressa. Al contrario basta osservare i volti dei nostri disonorevoli, degli “esperti” e dei giornalisti, per notare che sembrano pugili al tappeto o fantini caduti da cavallo. Quelli infantili, per non dire ignoranti e incapaci, sembrano bambini ai quali si è rotto il giocattolo. Poveretti. Menavano fendenti quotidiani, galoppavano lancia in resta e sguardo truce a sospingere il popolo bue verso il buio delle stalle, dove ci siamo trasformati in una mandria di mucche pazze. Ci hanno rimbambiti in inglese fra lock down e green pass. Ora, disarcionati, balbettano frastornati, ovviamente senza chiederci scusa per i danni che hanno arrecato. Meno male che in un momento di riflessione o forse disperazione hanno affidato il compito di risolvere gran parte del problema a un capace militare e al suo efficace piano vaccinale. Finalmente i gran dottori abbandoneranno le passerelle per tornare alle barelle. Magari i giornalisti troveranno altri argomenti per rialzare i toni dei loro annunci quasi sempre catastrofici dei quali sembrano godere sadicamente. I disonorevoli senza vergogna dopo lo smarrimento per la caduta da cavallo hanno già trovato una giumenta in calore di passaggio sulla quale cavalcare la nuova emergenza per atterrire le plebaglie. Si chiama “Crisi energetica”. Perdete ogni speranza voi consumatori folli di luce e gas, patiti del pieno di benzina, beoti ammiratori di monumenti sotto i riflettori. Non ci sono le bombe atomiche, pardon, le centrali elettriche ad atomo pulito, lasciamo il gas a 5 centesimi sotto le acque dell’Adriatico, lo paghiamo 50 importandolo, sicché ci tocca l’oscuramento come in tempo di guerra, no bombette incendiarie ma bollette da infarto. Cari, spegnete luci e riscaldamenti, tremate al freddo e al buio, le bollette arriveranno comunque raddoppiante, perché, col cavolo, che rinunceremo a farvi pagare il trasporto della corrente che non c’è più e l’IVA sull’IVA dell’IVA. Zitti e buoni, aprite i portafogli già svuotati da altre imposte, tasse, contributi e assurde multe. Spompati alle pompe di benzina continuerete a pagare quelle accidenti di accise e le addizionali per il terremoto di Messina, quelle regionali, provinciali e comunali, in attesa che inventino le condominiali. Ora il terrore corre sul filo elettrico. Tornando a casa le mani tremano nell’aprire la cassetta della posta. Le letterine d’amore non usano più, basta un cuoricino rosso via whatsapp, niente cartoline da Maratea, arrivano solo bollette spaventose, veri attentati per i cardiopatici. Ci saranno nuove vittime tra gli anziani per risanare l’INPS. I nuovi virus si chiamano Enel, Italgas, Eni, Agip e via cantando “Brividi”. I buonisti del cavolo parlano di bonus. A chi muore di fame con 516 euro di pensione minima al mese e riceve una bolletta elettrica da 415 euro con l’addizionale per mantenere il carrozzone Rai, vada per le lunghe pratiche al CAF per ricevere magari e forse fra un anno un bonus di 9,20 euro non tassabili, giusto il prezzo di una pizza neppure tanto capricciosa. I pensionati ricchi, quelli da euro 1.500 mensili netti, hanno avuto un aumento di una ventina di euro al mese, così potranno permettersi un caffè al banco per due settimane, poi nuovamente in casa a infusi di camomilla. Nessuno si vergogna? Già, questi non sanno nulla, come possiamo pretendere che conoscano il significato di “vergogna”?
Umberto Mantaut