L’argomento che domina in questi giorni è l’apertura della crisi di Governo determinata da Italia Viva, il partito fondato da Matteo Renzi, per il quale si sono dimesse le Ministre Teresa Bellanova, Elena Bonetti ed il sottosegretario Ivan Scalfarotto. Il Motivo? Quello ufficiale sarebbe l’autoritarismo di Conte, per definire quello ufficioso, probabilmente quello reale, fate voi. Teoricamente le ragioni manifestate da Matteo Renzi sono persino condivisibili, ma le tante situazioni bizzarre e le grandi contraddizioni lasciano molto spazio alla diffidenza. Intanto è singolare che un membro di governo faccia cadere la stessa aggregazione di cui fa parte perché non condividerebbe alcune scelte. C’è di più, questa coalizione di governo, formata inizialmente da PD, M5S e Liberi e Uguali è stata fortemente voluta proprio da Matteo Renzi, all’epoca membro forte del PD, che subito dopo formazione della compagine governativa e la nomina dei Ministri ha costituito il nuovo partito Italia Viva, al quale hanno aderito proprio Bellanova, Bonetti e Scalfarotto. Ora il modo perlomeno singolare assunto da Renzi per far valere le proprie determinazioni in seno alla sua coalizione è alquanto contraddittorio, perché contesta i comportamenti di Conte, mette il Governo in crisi, ma dice di non avere pregiudizi sulle persone e si dichiara disponibile per una nuova aggregazione. Tra l’altro è la stessa cosa che gli avrebbe proposto Conte dopo le consultazioni con il Presidente della Repubblica, respinta prima dell’apertura della crisi. Detto questo, in estrema sintesi, non si può che concludere considerando come la gente, in un momento storico in cui è alle prese con le crisi pandemica ed economica, poco si appassiona a questi bassi giochi di potere, e forse non ha nemmeno torto chi definisce tutto ciò come la sindrome di Matteo. Un monito però lo vogliamo lanciare anche noi: fatela finita ed andate a lavorare, l’Italia ha bisogno di capacità, serietà e concretezze.
Giorgio Raviola