Gli aspiranti a governare la città per i prossimi cinque anni sono in fermento, si stanno incontrando per cercare di comporre alleanze con mire di vittoria.
Stanno stilando programmi che prevedano sviluppo ed occupazione? Suppongo proprio di no, penso invece che stiano pensando solo e sempre alla conquista del potere, indipendentemente dai bisogni reali del luogo e dei suoi cittadini. Tanto c’è tempo per stilare un programma, ma poi è anche semplice, basta solamente elencare i tanti, troppi problemi che ci affliggono, promettere che tutto verrà sistemato ed il gioco è fatto. Se così non fosse in tanti decenni ormai un seppur piccolo passo in avanti lo avremmo fatto, invece abbiamo sempre e costantemente aggiunto degrado a degrado. E ad ogni tornata elettorale aleggia la sensazione che questa volta sia quella buona, s’immagina che essendo il livello di degrado toccato talmente basso che sembra impossibile andare peggio, ed invece. Comunque sia ormai il comportamento dei nostri soggetti politici, sempre quelli, incanutiti e spenti, ma mai sopiti, sono sempre i soliti, e quindi non c’è nessuna sorpresa, ciò che invece stupisce, e non poco, è l’indifferenza dei cittadini, si quelli che votano, pagano e subiscono. Prendiamo ad esempio Marina di Cerveteri, dove ormai si è vicini all’invivibilità, con strade al limite della percorrenza, spazzatura accatastata, erbacce che stanno letteralmente divorando tutto, sicurezza zero, e dove i voti dei suoi elettori si sono rivelati sempre determinanti, tutto viene accettato con naturalezza, qualche consueta quanto inutile chiacchiera da bar ma tutto procede. E dopo il danno anche la beffa, perché chi non ha governato come aveva promesso, e come sarebbe stato solamente normale, comincia a stilare bilanci da sogno e tira fuori dai cassetti qualche provvedimento più d’effetto che di vera utilità. Si è purtroppo innescato un brutto giro vizioso: il cittadino pensa che “tanto sono tutti uguali” ed il politico, non ricevendo proteste vigorose, pensa di essere nel giusto. All’orizzonte niente di nuovo avanza quindi, anche stavolta, lasciamo ogni speranza noi che votiamo.
Giorgio Raviola