La Unione Europea da troppi anni è gestita da burocrati a dir poco bizzarri che emanano direttive sempre più nocive per noi, inoltre si ostina a non voler riconoscere le radici cristiane delle nostre culture. Al tempo stesso, le società del vecchio continente calpestano sistematicamente tutte le nostre tradizioni, trasformandosi in accozzaglie multietniche e multireligiose confuse con forme moderne e progressiste di vivere. A ciò si aggiunga l’isteria “green”. Vorrebbero farci tenere incolte le nostre terre fertili per restituirle alla “natura”, cioè alle ortiche. Si eliminino le mucche le cui flatulenze inquinano. Auto solo elettriche, senza dirci come produrre l’energia necessaria. In Italia, meno male, in un certo senso siamo in ritardo nella corsa allo sfacelo o, almeno, opponiamo qualche debole resistenza. In materia religiosa, pur essendo sede papale, accettiamo tutte le altre confessioni, ed è giusto e costituzionale, ma abbiamo messo la sordina alla nostra. Le poche coppie scombinate che ancora mettono al mondo bambini si affrettano ancora a battezzarli, forse solo per un riflesso scaramantico. I pochi preti rimasti preparano con il catechismo i ragazzini ancora immaturi alla prima comunione, vissuta come evento mondano tra regali e pranzi pantagruelici. Poi tutto finisce. Le chiese sono vuote e, forse, gli stessi religiosi hanno contribuito a svuotarle, sconcertando i fedeli. Tra i comandamenti qualcuno ricorda che uccidere è peccato. Se si aggiunge l’aggettivo “mortale” , almeno, si dà avviso agli assassini che le porte dell’inferno per loro non sono solo aperte, ma spalancate. Il legislatore della nostra repubblica democratica probabilmente ha tenuto presente quel comandamento, evitando allo Stato di mettersi al livello degli assassini. Da noi la pena di morte è vietata. Le perplessità incominciano quando si pensa che l’ergastolo che dovrebbe essere il carcere a vita è stato ridotto a una trentina di anni, subito dimezzati con varie attenuanti. Poi il reo finge buona condotta e gli fanno un altro sconto, al quale si aggiungono uscite premio e domiciliari. Va a finire che un cristiano che per anni ha represso il brutto istinto animalesco di accoltellare il vicino rumoroso o strangolare la suocera invadente, esce di casa per un caffè al bar e si trova gomito a gomito con un brav’uomo che ha strozzato un bimbo e poi ne ha sciolto il corpo nell’acido. Escono dalla galera giovanotti che hanno assassinato entrambi i genitori per l’eredità ed è pure probabile che la incassino. Poco tempo fa una terribile alluvione ha sconvolto la nostra bella Romagna, terra ricca e laboriosa. Molti abitanti sono stati costretti ad abbandonare le loro case. Ecco che i mezzi di comunicazione di massa, molto in sordina come fanno per le notizie che inviterebbero ai linciaggi, ci hanno raccontato che molti sciacalli si sono aggirati in quei paesi martoriati per saccheggiare ed arricchirsi a spese degli alluvionati. Bisognerebbe domandarsi se uno Stato serio non dovrebbe istituire zone rosse sorvegliate, con relativa legge marziale che preveda la fucilazione immediata dei ladri colti sul fatto. Oltre al tradizionale pane quotidiano ci stanno abituando alla elargizione del femminicidio quotidiano. La parola è brutta, ma rende l’idea. Il maschio italico continua a considerare moglie o compagna sua proprietà esclusiva, con facoltà di eliminarla se la poverina finge di avere mal di testa per evitare rapporti brutali. Si giunge al colmo quando un tale oltre ad assassinare la sua compagna uccide anche il suo bimbo al settimo mese, quindi già vivo e vegeto. Per le nostre leggi buoniste ci toccherà mantenere con le nostre tasse il mostro, con vitto e alloggio assicurato, fortunatamente per poco tempo, secondo le regole già descritte. Diventa così “simpatica” la Cina, ormai un colosso mondiale, che commina la pena di morte e chiede alla famiglia del reo il rimborso della pallottola, perché non si spreca denaro pubblico per accoppare una canaglia. Del resto, siamo genuflessi sempre di fronte agli Stati Uniti d’America, ritenuti un modello per tutti i democratici del mondo, che in molti loro stati prevedono la pena di morte, particolarmente orripilante se con sedia elettrica. Quindi, da un certo punto di vista siamo molto più civili noi, perché oltre tutto con giudici faciloni potremmo inanellare non pochi errori giudiziari. Tuttavia, considerando che la nostra magistratura ha varie cose da farsi perdonare, dovremmo chiedere una riforma che riporti le sentenze nell’alveo del buon senso e della vera giustizia. Chi sbaglia deve pagare senza sconti. Tornando alle radici cristiane, dobbiamo perdonare, amare il nostro prossimo come noi stessi, porgere l’altra guancia, ma mai degenerare in un “volemose bene” insensato. Nostro Signore non avrebbe mai preteso tanto. Ci piacerebbe tanto vedere cacciati i mercanti dal tempio e i buonisti da parlamenti e tribunali.
Umberto Mantaut