Che ci siano dei mutamenti climatici in atto è innegabile, ciò che invece è in discussione sono le cause scatenanti. Sono perlomeno due le teorie scientifiche sulle ragioni che lo determinano: le troppe emissioni dannose conseguenti al comportamento umano, la prima, l’altra sostiene invece che la condotta umana non incida, se non per una piccolissima e trascurabile parte, perché i mutamenti climatici avvengono da sempre. E citano come esempio Annibale che poté attraversare la Alpi con gli elefanti proprio perché non c’era neve, oggi sarebbe impossibile. Non ho di certo le capacità e le conoscenze per capire chi possa avere ragione, di sicuro vedo che sempre più spesso piove in modo piuttosto intenso e violento, tale da determinare persino allagamenti diffusi ed alluvioni. Detto questo è palese che nell’immediato a contare di più siano gli effetti e non le cause, per cui è altrettanto verosimile che l’uomo debba correre ai ripari cercando di limitare i danni. Invece no, succede l’esatto contrario, più sono intensi i fenomeni climatici avversi e meno opere si fanno, ma soprattutto ridotte, se non addirittura assenti, le manutenzioni. Ci sono varie prove della veridicità di quanto detto. Intanto basta percorrere una qualsiasi strada e cercare di individuare dove siano finiti i fossi laterali ed i relativi condotti necessari per convogliarvi l’acqua piovana che diversamente allagherebbe la strada. I fossi sono tutti pressoché invasi e sepolti da erbacce e piante cresciute incontrollate, fino ad ostruirli completamente, inibire il regolare scorrimento dell’acqua piovana e spesso nascondendo guard rail e segnaletica. Per non parlare degli alvei dei fiumi che se venissero dragati, come accadeva fino ad un po’ di anni fa, equivarrebbe ad alzare gli argini fino a quattro o cinque metri, senza aggiungere cemento con sperpero di soldi pubblici. Ah già, adesso tocca spendere quelli del PNRR, non ci pensavo. Rifletterei anche sul fatto che in Romagna l’acqua ha invaso le strade però poi, una volta smesso di piovere, questa non defluiva e quando lo ha improvvisamente fatto, dopo alcuni giorni, il mare veniva inaspettatamente dichiarato non balneabile. Ma poi è capitato a noi l’altro giorno. Percorrevamo il raccordo anulare sotto una pioggia torrenziale che cessava appena imboccavamo l’Aurelia direzione nord, rispuntava il sole ma subito eccoci fermi, traffico bloccato. Poco dopo riprendevamo lentamente la marcia pensando al classico incidente, invece, come da foto, l’Aurelia era bloccata, si transitava piano piano, uno alla volta perché l’acqua piovana, caduta una ventina di minuti prima, non defluiva e si era accumulata nel tratto in cui la strada faceva una conca, ed il sole splendeva. Prima di pensare al cambiamento climatico sarebbe auspicabile individuare e cambiare i responsabili, che ci sono, stiamone certi.
Giorgio Raviola