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Biancaneve ed i sette diversamente alti

Troppe terribili calamità stanno distruggendo l’Italia: la pandemia, il tracollo economico, la politica in mano a incompetenti, la magistratura negli scandali. Si sentiva il bisogno di qualcosa di ameno per farci sorridere e per recuperare il gusto delle battutacce salaci.

Il politicamente corretto, politically correct, impone la revisione anche delle vecchie fiabe, che oltretutto neppure i bimbi apprezzano più, preferendo scene di mostri e violenze. Intanto, mai più “Biancaneve e i sette nani”, semmai i “sette diversamente alti”. ”Nano” è un insulto intollerabile, come cieco, sordo, gobbo e balbuziente. Ma nella fiaba si cela qualcosa di ben più grave: un bacio fra la verginella in catalessi, quindi non consenziente, e un principe allupato. Veniamo subito alla scena del processo all’americana. In gabbia il perverso principe ammanettato come un brigatista, Biancaneve tremebonda a narrare la disavventura e il giudice donna, sebbene non si capisca bene a causa del capelli alla maschietta, gli occhiali tipo culo di bicchiere e la mascherina anticovid regolamentare. Signorina Bianca, evitiamo la neve, poiché Greta ha detto che con il riscaldamento globale ce la possiamo scordare, ci riferisca i fatti. La piccola, con qualche ruga data l’età, rammenta che era in coma, vittima di uno stregone. Ma come, non era una regina cattiva, praticamente una strega avvelenatrice? No, vostro onore, è ora di finirla di dar sempre la colpa alle donne. Insomma, dormivo in ospedale in terapia intensiva, quando mi sono sentita baciare. Pensavo fosse un infermiere sudicione del turno di notte, ma poi ho capito che si trattava di un bel principe e, miracolo, mi sono ridestata in pieno. Poi cosa accadde? Lui volle portarmi al bar del suo hotel di lusso per festeggiare con un drink. In effetti ne ho bevuti quattro, due gin tonic e due vodka lemmon e devo dire che mi sono sentita un po’ leggera. Dunque lo ha seguito in camera? L’ha trascinata con la forza? Per la verità no, mi sorreggeva, poiché barcollavo. Poi in camera vi siete spogliati? Ovvio, data l’ora, e siamo andati a letto, ma era un lettone a tre posti e io credevo che lui avrebbe rispettato lo spazio in mezzo. Invece? Vostro onore, mi ha spalancato la carriera! Da anni sono in prima pagina nei libercoli per l’infanzia derelitta e poi sugli schermi più della Lollo e della Sophia, ma sempre con quel peso sul cuore dell’orribile esperienza in hotel. Alla  giudichessa si appannano gli occhiali per lo sdegno. Insomma, Bianca, cosa chiede? Voglio che sia punito e soprattutto condannato a risarcirmi. Mi accontento di una villa con vista su un lago e ortensie blu in giardino, una Ferrari testa rossa e un congruo vitalizio. Con un colpo secco di martelletto la sentenza è pronunciata e resa esecutiva immediatamente. Ma non può finire qui! Signorina Bianca, che mi dice dei sette nani, pardon, diversamente alti? Lei da bianca si fa rossa e ammette: escludendo Mignolo che era ancora un bimbetto, tutti gli altri mi hanno, come si dice, stuprata. Quella casetta fra i boschi era peggio di una villa sul mare. La giudichessa passa dal grigio al paonazzo per rabbia e, forse, per incoffessabili invidie. Lei è una vittima della brutalità maschile, ma ha le prove per questi misfatti? Avevo sei forellini nell’imene, ma tutto è stato distrutto dalla furia del principe bruto. Allora come possiamo colpire i nani? Pardon, i diversamente alti? Ho qualcosa da dire, incalza Biancaneve. Quei nanerottoli tornavano dal lavoro la sera cantando stornelli romaneschi col doppio senso, trovavano cena pronta e mi trattavano come una colf o una badante, ma mai un salario e nemmeno i contributi previdenziali. Bingo! Ci rivolgiamo ai sindacati che sono più numerosi dei lavoratori da difendere. Quei piccoli mostri, chiamiamoli pure nanerottoli, anche se alcuni hanno ormai la pensione di vecchiaia, saranno giustamente perseguiti. All’uscita dal tribunale una folla di giornalisti assedia la timida Biancaneve. Un lampeggiare di macchine fotografiche, ma lei corre verso un taxi di quelli che a New York chiamano yellow cab. Chiede all’autista di portarla in una clinica per chirurgia estetica. Vuol tornare appetibile, con le rughe stirate e le coppette di plastica ai seni. Non si sa mai. Ci fosse in giro un altro principe disposto a rubare baci alle dormienti !!!!!

                                                                       Umberto Mantaut

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