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ANPI Ladispoli/Cerveteri – No alle minacce ricattatorie di Erdogan

Cantavano “Bella ciao” e andavano a combattere  un nemico spietato. Una lotta di liberazione contro l’ennesimo rigurgito di matrice fascista. Il peggiore, col volto del Califfato Isis,  misogino, teocratico, tagliagole, terrorista. E’ a loro, a quelle donne, a quelle ragazze intrepide, tante cadute in battaglia, che prima di tutto va il nostro pensiero ora che i venti di guerra soffiano di nuovo nelle tormentate aree del Medio Oriente. La sezione ANPI di Ladispoli-Cerveteri sarà presente con l’ANPI nazionale, che ha diramato un comunicato congiunto con ARCI, CGIL, Legambiente, a tutte le manifestazioni popolari di aperto dissenso e di condanna al “diritto d’angheria” praticato dal Presidente turco Erdogan contro il popolo curdo con l’invasione del Rojava e della Federazione  della Siria del Nord. Una invasione annunciata  con raid e  bombardamenti, dal nome “Peace Spring”, che suona come una beffa, e col tacito consenso delle grandi potenze tra le quali spicca il Capo della Casa Bianca Donald Trump le cui truppe fino a ieri hanno combattuto a fianco dei curdi per estirpare il cancro dell’Isis. A Kobane, uno degli obiettivi di Erdogan,  la resistenza curda ha in consegna 12.000 miliziani dell’Isis;  in questo quadro è lecito chiedersi, con apprensione, cosa succederà? Sabato 12 ottobre anche a Roma, come in altre città, giornata mondiale di protesta indetta dal “Rojava Solidarity Committee Europe” con un invito alla società civile a partecipare contro l’iniziativa bellica di Erdogan, mentre la nostra sezione ha in cantiere l’organizzazione di un convegno con la presenza di esperti del Medio Oriente. Non possiamo rimanere impassibili, indifferenti, a fronte di questa nuova escalation violenta. Non possiamo  in linea di principio e per il fatto che abbiamo tutti un debito di riconoscenza verso i combattenti curdi che con la loro azione sono stati determinanti anche come contrasto al terrorismo  dei tagliagole Isis, terrorismo d’esportazione che ha insanguinato pure  l’Occidente. Se si deve trovare una soluzione per il Rojava e Siria del Nord, questa va trovata a tavolino, con una conferenza internazionale  e non con le bombe, così come suggerisce Dalbr Issa, la comandante delle Unità di protezione del popolo curdo (Ypg) che di recente ha incontrato le autorità del nostro Paese. Memore dei nostri aiuti per la liberazione della roccaforte Isis di Kobane, e per le posizioni italiane, ha dichiarato:  “ coincidono con i nostri interessi e le nostre idee di democrazia”.  Né possiamo farci intimorire dalle minacce ricattatorie di Erdogan: “Se ci ostacolate vi mandiamo milioni di profughi”. L’ANPI, con CGIL, ARCI e Legambiente ha lanciato un appello al Presidente del Consiglio G. Conte, al Ministro degli Esteri L. Di Maio, ai Presidenti di Camera e Senato R.Fico e M.E.Alberti Casellati, alla Presidente della Commissione Europea U. von der Layen, all’Alto rappresentante della UE per gli Esteri e la Sicurezza J.Borrel, al Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli. E tra i tanti appelli c’è la voce  dei genitori di Lorenzo Orso Orsetti (Tekoser)  il nostro giovane connazionale caduto purtroppo  in battaglia  accanto ai combattenti curdi.  Vogliamo ricordare con la sensibilità di un componimento poetico, il coraggio e la determinazione delle  donne curde di ogni età, anche giovanissime, che hanno dato la vita e  tutte coloro  che in queste ore drammatiche  hanno ripreso le armi per un ideale di giustizia e di libertà: “Io vado madre. Se non torno sarò fiore di questa montagna, frammento di terra per un mondo più grande di questo. Io vado madre. Se non torno il corpo esploderà là dove si tortura e lo spirito flagellerà come l’uragano, tutte le porte. Io vado madre. Se non torno la mia anima sarà parola per tutti i poeti”. (Abdulla Goran poeta curdo). Sezione ANPI Ladispoli-Cerveteri

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