Acheta! Intanto divertiamoci a fermare a caso per strada una decina di persone chiedendo loro se sanno che cosa significa Acheta. Scopriremmo che più della metà dei nostri concittadini hanno la modestia e la onestà di dire che per loro è arabo. Solo una parte, quella pericolosa della società, avrebbe la faccia tosta di sparare una definizione con la sicumera di quegli ignoranti che sostengono “non capisco perché leggi tanto, io non ho ma aperto un libro ma so tutto”. Acheta te la spacciano per un’attrice greca, la sigla di una associazione benefica, la capitale di uno stato africano e altre amenità. Nulla di tutto ciò. Acheta è il nome scientifico latino del grillo canterino. Se aggiungiamo “domesticus” a qualcuno viene in mente che si tratti di animale o pianta. Spostiamoci a Bruxelles e scopriamo che i burocrati della Unione Europea impongono a tutti i produttori di alimenti importanti come pane, pasta, biscotti ed altri di indicare che fra gli ingredienti è stata aggiunta la farina di Acheta domesticus, così hanno trovato la formula per farci mangiare insetti disseccati e polverizzati. Non è questione di ignoranza, quei termini scientifici richiedono una specifica preparazione in entomologia, scienza che di sicuro non fa parte del curriculum culturale delle massaie di Voghera, ma nemmeno degli impiegati di Lione o dei cuochi di Colonia. Insomma, non siamo i soli ad essere presi in giro e costretti a ingoiare porcherie a nostra insaputa. Meditiamo e cerchiamo di ricordarcelo al momento rinnovare le istituzioni comunitarie che da troppi anni sono gestite da personaggi nocivi che fanno di tutto per renderci la vita impossibile ed ora anche “immangiabile”. Attente massaie! Aprite gli occhi e se occorre portatevi al supermercato una lente d’ingrandimento. I produttori, obbligati per legge a dirci quali sono gli ingredienti di ogni alimento, non scriveranno mai con quei loro caratteri microscopici che nei biscottini tanto graditi per le colazioni dei nostri bimbi la farina vera è solo una traccia, il resto è polvere di grilli, scarafaggi, cavallette, grillitalpa, cimici, mosconi e altri graziosi animaletti opportunamente trattati. Se fra gli ingredienti si citano cose dai nomi strani come la già descritta Acheta, comprate pure questi prodotti, se volete, ma lo dovete sapere. Fate anche attenzione al banco delle carni. Stanno cercando di convincerci che polli, manzi, maiali e abbacchi fanno parte del medioevo alimentare. Avanza trionfalmente la carne artificiale, prodotta partendo da cellule indotte a moltiplicarsi fino a formare masse alle quali dare forma e aspetto di bistecche. Addio alla dieta mediterranea che tutti ci invidiano anche perché pare sia alla base della nostra longevità, non causa l’orrenda obesità di molti americani divoratori di porcherie o quell’aspetto magro e triste di certi inglesi nutriti a fish&chips. Per le nuove diete gestite da multinazionali diaboliche con sedi asiatiche pare non sia stata fatta opportuna sperimentazione sulle solite cavie. Le cavie siamo noi se abbocchiamo e obbediamo alle strane direttive della Unione Europea, invadente e devastante in tutti i campi della nostra vita, dalla tavola alla casa, dal vestiario all’automobile. E’ giunta l’ora di dire “basta” a questo “gretinismo” allucinante.
Umberto Mantaut