Talvolta la scoperta di una città favolosa dipende da un contrattempo che da fastidioso si trasforma in provvidenziale. Nell’inverno del lontano 1987 avevamo previsto di alloggiare a Salé, città gemella della capitale Rabat, ma nel grande albergo avevano commesso un errore di prenotazione. Per l’affollamento turistico del periodo fu necessario un dirottamento a sud in una località molto distante e dopo un viaggio disagevole. A El Jadida il famoso hotel Le Palais Andalous, ricavato in un’antica ed autentica dimora signorile moresca, offrì insolite emozioni. Nelle grandi stanze dall’arredo barocco ci si riscaldò con antichi bracieri, nei bagni fatiscenti si ammirarono magnifici rivestimenti d’azulejos, nelle sale da pranzo si consumarono i pasti su divani e tavolini bassissimi, stando comodi alla turca, cullati da nenie arabe e allietati da fluttuanti danzatori. El Jadida s’adagia su una splendida baia ed aveva già allora i numeri per diventare una località balneare di moda. Sul lungomare si notavano solo edifici di una sobria eleganza. Sulla spiaggia s’aggiravano molti giovani dai comportamenti educati. Cercavano di comunicare e lo facevano in un ottimo francese scolastico, segno evidente che il Marocco educa bene le nuove generazioni. I ragazzi non cercavano di vendere nulla, desiderando soltanto fare amicizia con i forestieri, senza secondi fini. Speriamo che questa armonia perduri. La città vecchia è tuttora rimasta come una Betlemme al tempo della nascita di Cristo. Ha il fascino di un presepe che di sera, nella luce tenue di lampioni gialli, s’anima di personaggi antichi. Lungo i muri rincasano velocemente donne nerovelate, s’incontrano pastori avvolti in pesanti mantelli di lana marrone, pecore ed agnelli, muli e dromedari, e rari passanti dall’abbigliamento elegante ed elaborato secondo la moda moresca. Nel 2004, l’UNESCO ha deciso di dichiarare la località patrimonio dell’umanità, ma lo fece in quanto EL Jadida trae origine da una antica fortificazione portoghese del secolo XVI il cui nome era Mazagan, una rarità rinascimentale. Nei pressi una cisterna e una chiesa dell’Assunta nel curioso stile tardo gotico manuelino, confermano le origini portoghesi del sito protetto. El Jadida ha quindi un passato importante per gli scambi commerciali marittimi e i contatti fra l’Europa cristiana e il mondo musulmano marocchino, da sempre moderato e aperto verso le altre culture. Infatti l’UNESCO nella sua scelta sottolinea l’interesse culturale di questa interessantissima località africana da non perdere.
Umberto Mantaut