Già nel lontano 1983 il grande significato culturale del Monastero dos Jerònimos e della Torre di Belém a Lisbona aveva indotto l’UNESCO ad inserire i due monumenti nella lista dei siti da proteggere per il bene dell’umanità, poi, recentemente nel 2017 la protezione fu estesa all’intero centro storico della bella capitale lusitana. La Lisbona storica e il suo grande porto furono il primo esempio europeo di “città globale”. Il sito era già abitato sette secoli prima di Cristo, come da noi l’Etruria, e fin da quel remoto tempo il popolo era “marinaro” ed in contatto con tutte le civiltà allora esistenti. Il Portogallo e la sua città principale conobbero il loro massimo splendore come dominatori dei mari, anzi degli oceani, nei secoli XV e XVI, al tempo delle grandi esplorazioni via mare e della massima potenza dell’impero coloniale portoghese. Oggi, rimasta al tempo stesso fluviale e marittima, con un porto grande e molto animato e i quartieri allineati lungo le rive del fiume, Lisbona si dilata e si collega con altri centri, piccole città satelliti e paesi ridenti, fino ad affacciarsi sull’oceano Atlantico che allieta di riflessi azzurrini le finestre delle dimore signorili di Cascais. Insomma è una delle più affascinanti capitali della vecchia Europa. Il Tago, che è poco più di un torrentello a Toledo, serpeggia in direzione dell’oceano senza mai assumere gli aspetti del grande fiume, ma in prossimità di Lisbona s’allaga a dismisura. Nella sua parte più vicina al mare è largo dieci chilometri e le sue acque si mescolano con quelle salate, sicché Lisbona ha gravi problemi d’approvvigionamento idrico e deve far giungere da lontano l’acqua potabile mediante un complicato sistema d’acquedotti. La visita turistica può iniziare dalla grande rotonda dedicata al Marchese di Pombal, centralissimo punto di snodo di tutto il traffico cittadino, convogliato prevalentemente verso la superba Avenida da Libertade in direzione del Rossio che costituisce il punto di riferimento di tutto il centro storico, con la stazione centrale e la principale fermata della metropolitana. A monte della Praca Marquês de Pombal s’apre un bellissimo parco che ospita uno dei migliori orti botanici d’Europa, la famosa Estufa Fria, con piante rare d’ogni parte del mondo protette all’interno di gigantesche serre. Tuttavia, Lisbona, a parte alcuni punti assai scenografici che ricordano la passata grandezza del Portogallo e del suo vasto impero coloniale, appare oggi come una capitale un po’ triste, se paragonata alle altre effervescenti metropoli europee. Le masse portoghesi hanno un tenore di vita modesto e forse un carattere pessimista. Molto spesso tutto si riassume nella parola “saudade” che significa rimpianto, nostalgia, pena e tristezza. Di notte, da infiniti piccoli locali del Chiado, quartiere collinare storico di Lisbona, si leva il triste fado, espressione canora, spesso straziante, della saudade. Per apprezzare il vero volto di Lisbona bisogna salire un po’ a fatica lungo i vicoli dell’Alfama, poveri, ma rischiarati dalla vivacità dei colori dei panni stesi, dalle decorazioni delle pareti rivestite d’azulejos bianchi e blu, dal giallo dei piccoli tram d’epoca, quasi patetici nell’arrancare lungo le salite, sfiorando pareti, porte, finestre e balconcini delle vecchie case del quartiere. Dall’alto, sugli spalti del castello di Sao Jorge il panorama di Lisbona è stupendo. Di fronte si leva la collina del Chiado, l’altro quartiere storico della capitale portoghese. Fra le due alture si stende la città bassa, la Baixa, ricostruita con criteri moderni dopo il terrificante terremoto del 1755: strade a perpendicolo, piazze rettangolari, palazzi severi, una specie di Torino con il grigiore di Catania e gli effluvi di Napoli. Lisbona non è molto ricca di monumenti e di vestigia, ma a stupire il visitatore ci ha pensato il re Manuel inventando nel ‘500 uno stile architettonico tutto suo, passato alla storia dell’arte come “manuelino”. E’ un’architettura incredibilmente ridondante e spettacolare, sebbene di dubbio gusto. Per rendersene conto, bisogna visitare il Convento do Jerónimos, monumento straordinario sulle rive del Tago in località Belém. Nel fiume si trova anche la storica Torre di Belém, spesso indicata come uno dei simboli della capitale lusitana. Ad occidente di Lisbona, fra il mare e le colline s’adagia l’Estoril, ridente cittadina mondana, ricca di palme, pini ed eucalipti lungo viali elegantissimi con un grande parco che ospita uno dei più famosi casinò d’Europa. Proseguendo, si giunge a Cascais. Per gli italiani è famosa come luogo d’esilio dell’ultimo re d’Italia, ma nella cittadella seicentesca si trova anche la residenza estiva dei presidenti portoghesi, sebbene il paese abbia conservato le caratteristiche di un porto di pescatori e di una località balneare atlantica, nonostante sia al capolinea di una linea di metropolitana e, quindi, un quartiere assai periferico della capitale nella regione chiamata Estremadura. A nord di Cascais si levano alture che formano la Serra di Sintra. Salendo il paesaggio di rocce e giardini è magnifico. Il centro del paese di Sintra è dominato dal famoso palazzo reale gotico-moresco, iniziato nel secolo XIV dal re Giovanni I e rimaneggiato da Manuel nel suo stile ricco di motivi mudejar. Sul grande complesso si levano due curiosi ed enormi camini conici. Gli interni del palazzo, la cui visita richiede un tempo assai lungo, sono ricchi di sale sontuose dove si mescolano decorazioni ed arredi piuttosto eterogenei. Predominano gli azulejos seicenteschi portoghesi, quelli di gusto e colorazione andalusi, altri arabi. La sala degli stemmi e dei cervi è dominata da una cupola ottagonale persiana, nella sala delle piche c’è uno studiolo arabo incrostato d’avorio, la sala dei cigni ha un soffitto “artesonado” del ‘500 con i bianchi uccelli dipinti, la sala della cena ha una fontana centrale e azulejos moreschi in rilievo. Mobilio, quadri e tappeti potrebbero da soli riempire un grande museo d’opere d’arte, ma, come spesso accade, gli eccessi sono a scapito dell’eleganza.
Umberto Mantaut