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Girano le pale

L’Autostrada numero 26, detta anche “dei trafori”, fu concepita per collegare velocemente il porto di Genova con il nord d’Europa. E’ un’opera di grande ingegneria con viadotti arditi. lunghe gallerie e tre corsie per ciascuna delle direzioni di marcia. Oggi si viaggia, anzi si sta fermi per ore su un’unica corsia. Dopo la tragedia del Morandi ci siamo accorti che i ponti italiani si reggono su grissini e all’ingresso dei tunnel occorre mettere il segnale di pericolo per caduta massi. E’ chiaro che le povere ditte costruttrici hanno dovuto lesinare su quantità e qualità dei materiali per coprire i costi esorbitanti delle mazzette in favore dei soliti noti, altrimenti non si ottenevano i permessi per lavorare. Per non restare fuori tema ed evitare i travasi di bile, immaginiamo di essere un automobilista stressato. Il misero ha percorso a 50 km/ora i tratti di pianura nebbiosi delle campagne alessandrine, poi è stato in coda per ore nel tratto appenninico. Finalmente, all’uscita dell’ennesimo tunnel poco illuminato, ecco la luminosità del Tirreno. Gli occhi si devono socchiudere e le narici dilatare per gustare la lieve brezza del mare che porta in alto il profumo delle trenette col pesto col basilico autentico di Genova Prà. Purtroppo l’occhio destro riceve subito un pugno tremendo. Un orrendo e altissimo pilone di cemento bianco regge due pale eoliche che girano pigramente. Probabilmente servono per tenere accese due lampadine nel vicino autogrill. Forse è esagerato gridare allo scempio paesaggistico. Il Passo del Turchino non è il migliore d’Italia per bellezze panoramiche, ma gli amanti delle splendide riviere si devono affrettare per vederle ancora per poco in tutta la loro integrità. Da San Remo a Portovenere, passando per Portofino, ben presto, promontori, colli e crinali liguri ospiteranno schiere di pale eoliche. Addio anche ai vini pregiati e alle olive taggiasche. I vigneti delle Cinque terre e gli uliveti di Arma di Taggia saranno spianati per far posto ai pannelli solari. Tutto ciò nella illusione di far correre un paio di treni ad alta velocità fra Milano e Bologna, nella pianura convertita in una distesa nera e lucente di pannelli, sempre che i raggi solari riescano a vincere la cappa di smog e nebbia di quelle zone felici. Da questo incubo nordico possiamo ancora svegliarci, ma al sud, dove tutto è sempre in ritardo, si stanno rinnovando con le rinnovabili. Sulla autostrada Napoli-Bari, chi guida rischia le vertigini. Sul crinale appenninico, fra Irpinia e Foggiano, girano le pale di innumerevoli mulini a vento, sporcano i paesaggi per darci energia pulita. Perbacco, queste terre sono feudi della ndrangheta e della sacra corona unita, organizzazioni lungimiranti nel trarre profitto dalla nuova cuccagna. Strano che in Sicilia non si vedano lavori per coprire la piana di Catania con i pannelli solari. La mafia è cosa nostra, ma anche cosa vecchia. Crede ancora di fare affari con la droga e non vede i vantaggi dell’eolico. Da Roma hanno detto che l’affare del secolo sono i clandestini. La Trinacria li accoglie a migliaia. I giovani gagliardi vanno a raccogliere i pomodori come gli schiavi dei campi di cotone della Virginia dei bei tempi andati. Le donne vanno sulle strade a fare il mestiere più antico del mondo, poiché le nostre senzatetto della legge Merlin si sono riciclate in attività e carriere differenti. Resta il mistero della fine dei minori non accompagnati che spariscono dopo lo sbarco. Dubitare che alimentino il traffico di organi non si può dire, verrebbe il batticuore ai trapiantati. Italiani, brava gente. Siamo energici, energetici con qualche energumeno come si nota nelle manifestazioni di piazza. Grandi divoratori di spaghetti e corrente a 220 Volt. Tutti con due case zeppe di elettrodomestici. Due auto per famiglia e le rate per la terza rigorosamente elettrica. Per farla camminare dovremo costruire nuove centrali tradizionali inquinanti, oppure importare a caro prezzo. Sotto l’Adriatico abbiamo sacche di gas abbondanti, ma lasciamo che ce lo succhino i croati. Guai a parlare di trivelle in Basilicata dove sembra ci siano giacimenti di petrolio. Le centrali nucleari pulite di nuova generazione non si devono nominare. Meglio pagare la corrente alla Francia che la produce in centrali sporche a poca distanza dai nostri confini. Persino Greta ha smesso di strapparsi le treccine, perché il suo amato freezer del Polo Nord è entrato in modalità scongelamento rapido, e dice che l’atomo è bello e le rinnovabili non possono coprire le necessità crescenti del pianeta. I Grandi sono accorsi fra le brume scozzesi su decine di jet inquinanti per parlare di disinquinamento. Il povero Presidente americano, arrivando da un paese ormai ricco solo più in dollari e anidride carbonica, che causa sonnolenza, ha avuto uno dei suoi soliti colpi di sonno.  Cina, India, Russia e altri paesi grandi responsabili della nuvola di smog se la ridono delle nostre pale eoliche. Comunque è meglio mantenere la calma senza arrabbiarci troppo, se no girano ancora più vorticosamente.

Umberto Mantaut

 

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