Tyrseno
Giornale on line fondato nel 1998
  • Home
  • Notizie e Approfondimenti
    • Cerveteri
    • Ladispoli
    • Approfondimenti
  • Unesco e non solo
  • Mete in Italia
  • Cultura/Sport/Eventi
  • Chi Siamo
    • Linea Editoriale
    • Redazione
    • Contatti
    • Privacy
Notizie, Informazioni, Sport e Cultura, Cerveteri e Ladispoli - Giornale on line fondato nel 1998
Clicca e dillo al Tuo Giornale
San Marino

Il Titano ieri e oggi – San Marino

Poveri bambini! Li abbiamo privati delle fiabe. Posti davanti alla televisione fino alle ore piccole si nutrono di orrori: mostri meccanici, scene di violenza, cartoni animati con esseri umanoidi che parlano con vocette sfessate. Le nonne vanno in sedia a rotelle spinte dalla badante rumena o all’ospizio direttamente. Addio alle fantasie con l’anziana davanti al caminetto, un libro aperto e tante favole con castelli incantati, belle addormentate, principi azzurri e cavalli bianchi. Poi a scuola intervenivano con le poesie per allenare la memoria e lasciarci immaginare eventi e paesaggi lontani:  “Romagna solatia, dolce paese, cui regnarono Guidi e Malatesta, cui tenne pure il Passator Cortese, re della strada, re della foresta”, preceduta da “il paese dove, andando, ci accompagna l’azzurra vision di San Marino”. Bei tempi e bei viaggi con la fantasia. Da Rimini dalle lunghe spiagge, percorrendo una stradona di pianura, non si poteva immaginare che a poca distanza dal mare potesse innalzarsi una montagna titanica, sede quasi ovvia per un castello incantato. La visione era davvero azzurra. Nella fantasia fanciullesca uno dei tre castelli della Serenissima Repubblica poteva perfettamente essere degna dimora di magnifici principi assoluti, qui chiamati capitani reggenti con poteri limitati a soli sei mesi, poiché il minuscolo stato non ha nulla di monarchico. Già decenni fa si entrava a San Marino senza passaporto, però la frontiera era comunque ben indicata con la caparbietà del piccolo inglobato nel grande, senza mai essersi piegato perdendo la sua storica e fiera indipendenza dall’Italia. Nella minuscola capitale aggrappata al Monte Titano tutto era fiabesco: le contrade pittoresche, i castelli, le piazzette fiorite, gli edifici governativi, l’oggettistica nelle botteghe e persino i mitici francobolli da collezione. Lo staterello da fiaba, nel primo dopoguerra aveva comunque già perso alcuni dei dolci fantasmi evocati nei libri di favole: niente principesse tristi, cenerentole con sorellastre, baldi salvatori di fanciulle in pericolo. Si erano invece manifestate con la loro malignità le matrigne e le streghe, una folla di 250 perfide creature piovute dal cielo, tante furono le bombe sganciate dagli amabili “Alleati” il 26 giugno 1944, per un’errata informazione circa la presenza di tedeschi nella piccola repubblica neutrale. Morirono 63 sammarinesi e i danni erano ancora visibili anni dopo nella zona della ferrovia. I Titani, come si sa, sono dotati di forza sovrumana e non si piegano di fronte alle difficoltà. San Marino assai velocemente ha ripreso il suo ruolo di piccolo paradiso, anche fiscale, un’isola pacifica, benestante, civilissima nel mare agitato della Romagna dalle rive brulicanti di turisti seminudi e maleducati, dell’Italia del boom malgestito e mal governato, dell’Europa delle grandi nazioni mai in pace fra di loro. Dal 2008 l’enciclopedia libera Wikipedia ci informa che il centro storico della Città di San Marino e il monte Titano sono stati inseriti dall’UNESCO  tra i patrimoni dell’umanità in quanto “testimonianza della continuità di una repubblica libera fin dal 13° secolo”. Oggi, nel terzo millennio, poco prima dell’uscita Rimini Sud sulla A14, la Repubblica di San Marino è annunciata da un cartello con tanto di stemma e si comprende trattarsi di un’altra entità statale o quantomeno di un vecchio e nobile principato. Per la verità si tratta della Repubblica più antica d’Europa. Una superstrada a quattro corsie si dirige verso l’entroterra occidentale riminese. C’è molto traffico, rallentato da troppi semafori e varie uscite verso aree abitate, complessi di piccole industrie e centri commerciali. La campagna romagnola appare alquanto deturpata, ma in lontananza si ha ancora “l’azzurra visione” di San Marino. I capricci geologici, anzi le forze immani della natura dei primordi hanno fatto sorgere dalle viscere della terra una gigantesca e aspra montagna, chiamata Titano, scelta nel secolo IV da un certo Marino, tagliapietre cristiano, il quale, perseguitato dall’editto di Costantino decise di fondare una comunità di santi uomini su quelle cime impervie. Quelle rupi erano proprietà di una nobildonna romana chiamata Felicissima e anche generosa. A Marino, poi santificato, regalò l’intero Titano, destinato ad una comunità molto “autonoma”, legata a un motto “relinquo vos liberos ab utroque homine”, vi lascio liberi dagli altri uomini. Intanto, si giunge al confine di stato. Ci sono edifici doganali, ma si passa liberamente. Subito dopo si nota qualcosa di diverso, proprio come in tutti gli altri staterelli della vecchia Europa, da Andorra al Principato di Monaco, dal Liechtenstein al Lussemburgo. I loro astuti governanti li hanno trasformati in paradisi fiscali o almeno in aree duty free. Subito compaiono modernissimi empori per le merci più diverse, gli alcolici, i tabacchi e i profumi. Lo scopo di molti turisti è proprio lo shopping. L’autostrada sale con tornanti verso la città fortificata, e i sammarinesi devono avere modificato il loro motto, lasciando venire tanti uomini, ma tenendosi liberi da “altre automobili”. Chi viene per una gita dispone di una ardita teleferica che sale al centro storico. Le auto finiscono in grandi parcheggi. Chi continua trova a un certo punto un vigile inflessibile che si sbraccia per deviare il traffico. La formula magica per poter proseguire verso la città antica protetta dall’UNESCO consiste nello sbandierare la prenotazione alberghiera. Il Grand Hotel San Marino è molto vicino ad una delle porte aperte nel poderoso sistema di mura difensive. La multinazionale salutista Mességué lo ha trasformato in centro benessere con vari programmi per far diventare meno brutte le matrone, con prezzi alti e menù dimagranti a piccole dosi. All’interno della cinta muraria si va solo a piedi. Del resto in molte strade o contrade strette e in salita la automobile non potrebbe passare. Ci sono anche rampe di scale ripide e camminamenti fra giardini fioriti. Al centro si erge il bel Palazzo del Governo, falso-gotico, su una piazzetta che fa ricordare uno scorcio di Gubbio. Di giorno le stradine sono affollate di turisti di tutte le razze come nelle Mercerie di Venezia ed anche le botteghe le ricordano con prodotti dell’artigianato, ma soprattutto orologi come in Svizzera, insomma una confusione che finisce di colpo alle sette di sera quando i negozi chiudono e la folla scende a valle. La sera San Marino sembra quasi deserta. Gli abitanti si devono essere trasferiti in massa in urbanizzazioni più comode, certo molto meno affascinanti, quasi tutte assai eleganti, segno di benessere, anzi di una ricchezza persino eccessiva, frutto di un’accorta autonomia politica e finanziaria. Sul crinale del monte Titano, quasi equidistanti fra loro e in differente stato di conservazione, assicurato da continui ed accurati restauri, svettano nell’azzurro sammarinese le tre tipiche torri, corrispondenti ad altrettanti antichi castelli. La prima si chiama Guaita, forse già eretta nel X secolo, ha una doppia cinta muraria, Poi si percorre l’affascinante Passo delle streghe che conduce con magnifici panorami alla seconda torre Cesta o Fratta, ancora più caratteristica, sulla cima della rupe. Infine si vede la terza torre o Montale, singola e più isolata come una vedetta o un faro di riferimento. Le tre torri compaiono negli stemmi e sulle monete, anche sull’euro sammarinese coniato nella piccola repubblica. Sono un simbolo, una fonte di leggende e sentinelle della “libertà” sammarinese. I panorami dall’alto del Titano ci fanno sentire piccoli di fronte all’immensità del mare e all’imponenza dei monti. L’Adriatico sulla riviera riminese non smentisce la sua natura di pallido mare interno, la piana non nasconde la sua ricchezza con i suoi vistosi insediamenti, lussuose residenze e lucrose attività produttive,  l’Appennino con le sue balze aspre già nei primi contrafforti e i profili arcigni d’alte montagne sullo sfondo chiude a occidente lo spettacolare scenario naturale. Chi a San Marino non è nato se ne deve andare con sentimenti strani. Sembra invidia, ma a pensarci bene vivere qui deve essere come stare in una prigione dorata. Mentre il Titano si dissolve alle spalle, si ritorna in Italia e il cammino prosegue verso altre mete ed è un po’ come il risveglio da un sogno che talvolta sembra qualcosa di vero, ma si tratta soltanto di false emozioni.

Umberto Mantaut

Print Friendly, PDF & EmailStampa articolo
  • Home

Articoli recenti

  • Centri Estivi, a Cerveteri aperti i termini per i rimborsi alle famiglie
  • A Cerveteri al via alla 16esima edizione di Etruria Eco Festival
  • Ladispoli ha bisogno di risposte su temi riguardanti la città


© Tyrseno 2020 Powered by WordPress • Themify WordPress Themes

Ricevi News Periodiche