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Meraviglie sotto sale

Chi volesse riprodurre su un plastico il paesaggio della Polonia avrebbe bisogno di pochi ingredienti: un grande piano ondulato vagamente quadrangolare, tre barattoli di vernice con il verde scuro per i boschi, il verde tenero per i pascoli e il giallo oro per le messi, più una manciata di casette linde ed ordinate, sparse lungo strade rettilinee oppure raggruppate intorno ai campanili a formare villaggi laboriosi e silenti. Solo nei pressi dei grandi agglomerati urbani l’orizzonte polacco si verticalizza in una selva di ciminiere fumogene che oscurano il cielo dei grandi quartieri dormitorio dai palazzi spettrali, lungo interminabili prospettive di stile sovietico. La Polonia, come tutti i paesi dell’oriente europeo,  per decenni  non ha avuto molto rispetto per l’ambiente. Nonostante i recenti cambiamenti politici e sociali continua ad immettere nelle acque e nell’atmosfera enormi quantità di scorie e fumi nocivi, poiché la riconversione degli impianti si presenta difficile e costosa. Gli ambientalisti hanno parecchio da meditare sull’argomento. Per fortuna le città storiche della Polonia hanno saputo respingere fuori delle loro mura gloriose l’assalto brutale del cemento e hanno gelosamente conservato il carattere di centri di riferimento ed irraggiamento dell’antica cultura, profondamente radicata nella lingua nazionale e nel cattolicesimo. Intere città, o meglio i loro stupendi centri storici, sono stati posti sotto l’ala protettrice dell’UNESCO. A sorpresa, persino nelle viscere della terra polacca si possono scoprire meraviglie dove le risorse minerarie peculiari di quei luoghi, dopo lo sfruttamento economico, sono state oggetto di utilizzazioni diverse e strabilianti. Si parla dei depositi di salgemma. Fin dal secolo XIII i sovrani polacchi favorirono l’estrazione del prezioso prodotto sedimentato e cristallizzato in aree un tempo occupate da un preistorico mare interno. Quando le miniere furono in gran parte esaurite o il sale si ottenne in modo meno costoso da altre fonti, le interminabili gallerie e le grandi cavità sotterranee furono destinate ad altro uso. Occorre sapere che l’aria imprigionata nel sottosuolo e impregnata di vapori umidi possiede straordinarie proprietà terapeutiche. Ecco quindi che le miniere hanno ancora oggi la funzione di luoghi “termali” per la cura di malattie respiratorie. La cosa più strabiliante è, tuttavia, l’utilizzo delle cavità saline come luogo di culto. Siamo a Wieliczka, meraviglia del mondo protetta dall’UNESCO, mediante tre delibere degli anni 1978, 2008 e 2013. Ci s’imbatte in statue di santi, altari, candelabri e cena domini, interamente scolpiti nel puro salgemma, nella incredibile cattedrale sotterranea dedicata alla Beata Kinga. Il labirinto piuttosto opprimente delle gallerie e dei cunicoli delle miniere è interrotto a tratti da altre vaste sale ipogee, utilizzate come cliniche. Ogni tanto, chi soffre di claustrofobia ha qualche difficoltà nelle strettoie delle gallerie minerarie o sul sistema antico di ascensori per scendere nelle viscere della terra come un tempo facevano i minatori, ma l’esperienza è una di quelle che le guide turistiche definiscono “da non perdere”.

Umberto Mantaut

 

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