Sul Festival di Sanremo stanno piovendo polemiche torrenziali. E dove sarebbe la novità, succede puntualmente ogni anno, d’altronde è questo uno dei modi migliori per dare un grosso risalto ed altrettanta pubblicità all’evento.
Semmai andrebbe cambiato il nome alla manifestazione, da Festival della canzone italiana a Festival dell’ipocrisia.
Tanto scalpore ha suscitato l’annuncio della partecipazione all’imminente edizione di Rula Jebreal, tra gli ospiti, e Junior Cally tra i cantanti. La prima perché, da non italiana, c’è il timore che possa arringare sul tema immigrazione, mentre c’è indignazione per la partecipazione di Junior Cally in quanto la sua canzone sarebbe un insulto alle donne, toccando anche il tema del femminicidio.
L’ipocrisia ci sta proprio tutta, se il Festival di Sanremo è anche uno spaccato di vita quotidiana, e le canzoni ne sono una rappresentazione diretta, perché escludere due soggetti che altro non farebbero se non trattare le dispute della quotidianità? L’immigrazione e la conseguente accoglienza sono il primo argomento della politica, determinandone persino le sorti. Invece per sessismo e femminicidio basta accendere una televisione per sentirne narrare gli infausti esiti. C’è di più, siamo sicuri che questi cosiddetti rapper, che tanta indignazione susciterebbero nella morale pubblica, non assomiglino a tanti dei nostri giovani?
Giorgio Raviola