Nel 1994 l’UNESCO ha decretato che Salisburgo è un gioiello dell’umanità da salvaguardare per motivi culturali e artistici. L’intero centro storico della favolosa città d’arte si presenta con un tessuto urbano degno di una capitale. Infatti, fu città stato dal Medioevo al secolo XIX con un Principe Arcivescovo e gli straordinari stili architettonici della vecchia Europa, dal gotico fiammeggiante al rinascimentale e al barocco, sono rappresentati dai suoi monumenti, molti dei quali a firma di architetti italiani famosi come Scamozzi e Solari. La protezione dell’Unesco abbraccia l’intera città, ma si riferisce soprattutto a tre elementi caratterizzanti: la Residenzplatz con i suoi sontuosi palazzi e la fontana barocca, la Casa natale di Mozart (Mozarts Geburtshaus o Hagenauerhaus al numero 9 di Getreidegasse) e il Salzburger Festspiele, che non è un sito ma un evento musicale di importanza mondiale. Pertanto, una visita turistica frettolosa di questo luogo incantevole non è consigliabile. Qui bisogna soggiornare a lungo, avere contatti e suggerimenti da persone del luogo e dedicare tempo per centellinare la visita e godere dei concerti della stagione musicale. Frau Josefa m’accoglie sempre con esclamazioni gioiose al limite del gridolino. La compassata matrona austriaca sembra in tali momenti una di quelle zitelle inglesi che s’illudono di ottenere uno sconto sugli anni e la bruttezza fingendosi adolescenti giulive, ma la gioia della Josefa sembra autentica. Il suo piccolo e lindo alberghetto, ovviamente chiamato Hotel Josefa, è un po’ nascosto dietro la collina dei Cappuccini, in un quieto quartiere che è un labirinto di sensi unici, al numero 5 della Nussdorferstrasse. Tradii Josefa una sola volta in estate, presso Frau Walkner in località Habach al km 8 della statale 158, fra la ridenti colline a oriente di Salisburgo. Nella sua fattoria B&B, anche questa signora con molti figli sempre affamati fu molto accogliente con la complicità di un certo paniere al braccio, sempre colmo di leccornie per fantastiche colazioni contadine. Da Josefa si lascia la macchina nel parcheggio, o comunque ci si allontana di poco fino ai capienti garage sotterranei che i salisburghesi hanno ricavato nelle viscere delle colline, poiché in città sono assolutamente banditi i gusci metallici dotati di scappamento. L’atmosfera di Salisburgo è cinque-settecentesca, come dire pura eleganza, sobrietà, bellezza e maestà. Tutto in città parla di Mozart. L’enfant prodige più famoso d’Europa nacque a Salzburg il 27 gennaio 1756 in una bella casa, oggi museo, al numero 9 della Getreidegasse, in un punto in cui la via più pittoresca della città incrocia una strada ariosa in collegamento con la sponda sinistra del fiume Salzach.
La Getreidegasse è un magnifico vicolo, luogo di ritrovo di una folla cosmopolita in perenne movimento sotto le belle facciate dei palazzi, fra negozi di lusso. Le pasticcerie vendono milioni di cioccolatini sferici, irrispettosamente chiamati le palle di Mozart, le botteghe artigiane offrono tipici prodotti austriaci, souvenir e gadget. C’è persino un negozio che espone montagne di uova dipinte, le quali paradossalmente servono per decorare gli alberi di Natale. Sulla leziosa follia dello shopping e sul brusio incessante di frotte di turisti, cala improvvisamente un rispettoso silenzio negli orari dei concerti. Per quasi tutta l’estate salisburghese la città è sede di uno straordinario festival musicale, in perfetto equilibrio fra le seriose manifestazioni wagneriane di Bayreuth e le scapigliature latine del Festival dei Due Mondi di Spoleto. Tutta Salisburgo è coinvolta nell’evento. Le stupende piazze, le grandiose chiese barocche, i chiostri, i cortili dei palazzi nobiliari, accolgono all’aperto e al chiuso orchestre famose e la musica si diffonde in tutta la città, nel cielo terso e sulle acque azzurrine del fiume Salzach che lambiscono il centro. Persino le 35 campane della Torre del Neugebäude, formanti un Glockenspiel, suonano pezzi classici tre volte al giorno. Il centro scenografico di Salisburgo è rappresentato dalla stupenda Residenzplatz, con una fontana capolavoro barocco, la gigantesca Residenza degli arcivescovi-principi, la grandiosa Cattedrale, altre chiese e palazzi nobiliari. La Residenzplatz si apre su altre due belle piazze e, al fondo della Kapitelplatz, si nota l’impianto della Standseilbahn, funicolare moderna che sale alla fortezza di Hohensalzburg. Il forte d’aspetto militare, chiuso da possenti muraglie, è in realtà un borgo arroccato, medievale e severo. All’interno, a sorpresa, si scoprono vecchie case intorno ad una piazzetta con alberi secolari, la chiesetta, le botteghe artigiane e le scuderie al servizio del Palazzo, sobrio all’esterno e con interni sontuosi, oggi museo. Dagli spalti dell’Hohensalzburg si spazia su un panorama impressionante. Ai piedi della fortezza s’estende in tutta la sua magnificenza la città storica, oltre il fiume ad oriente s’ammirano i nuovi quartieri di ville e giardini, poi i colli boscosi e lo scenario delle vette delle Alpi. Sul lato opposto, la vallata del Salzach scende dolcemente a confluire nell’Inn e già s’intravedono le pianure bavaresi. Il Salisburghese è quasi certamente la regione più bella dell’Austria, sebbene sia difficile stabilire una graduatoria della bellezza dal montano Voralberg alla verde Stiria, dal Tirolo ridente alla severa Austria Superiore, dalla Carinzia all’Austria Inferiore dove giace Vienna. A oriente della capitale della musica, il Salzkammergut offre paesaggi di stupende colline con fittissimi boschi e ameni pascoli. Fonti e corsi d’acqua limpidissimi alimentano decine di laghi di forma allungata sulle cui rive le cittadine e i villaggi fanno a gara per essere lindi e accoglienti con i loro chalet e gli alberghi di legno scuro in stile montano, abbelliti da balconi a bordure che sono un trionfo di gerani e petunie multicolori. Al centro dell’area si trova il centro idrominerale di Bad Ischl, che Francesco Giuseppe trasformò in residenza estiva della corte imperiale. Il lusso delle terme, il passeggio sulla bella Esplanade e le pasticcerie della Pfarrgasse rendono il soggiorno molto piacevole. Una sorpresa della regione è rappresentata dal piccolo lago di Hallstadt, oblungo e incassato fra monti boscosi. In questo sito dove si trovavano miniere di sale furono scoperte tracce di una cultura raffinata, la civiltà di Hallstadt, del periodo compreso fra il XII e il V secolo a.C.; i reperti si conservano in un museo del villaggio, abbarbicato al monte e sulle rive del laghetto.
Umberto Mantaut