Siamo alla resa dei conti, stiamo raccogliendo i frutti della semina fatta in questi ultimi decenni. Si, il riferimento va alla classe politica tutta, da quella comunale alla regionale, dalla nazionale all’europea, dove il degrado dei costumi, dell’ambiente, della qualità della vita va di pari passo con lo scadimento della classe politica dirigente. Si sono chiuse le scuole di partito, quei luoghi dove si studiava per apprendere la nobile arte del governare, e si è pensato che anche la persona della porta accanto potesse sedere sui più alti scranni del potere. Ed è così che la politica è diventata un mestiere dove per esserne assunti bastano i pochi voti di parenti e conoscenti, alla faccia di competenze e capacità personali. Oggi basta che ci siano due galli nello stesso pollaio che avviene la scissione con conseguente creazione di due formazioni politiche, basate essenzialmente sulle velleità personali di una figura chiamata leader. Ecco allora che i partiti il più delle volte diventato centri di affari e non più culle di ideologie. Si sono persino studiate ed approvate leggi elettorali che tutto ciò lo favoriscono. Capita però che si precipiti in un vuoto istituzionale, quando ci va bene, fino a dover subire l’emanazione di dannosi provvedimenti, il più delle volte addirittura contraddittori, quando l’eletto per caso vuole dimostrare d’esserci ed è alla ricerca di una sistemazione definitiva nel sacro olimpo. Dalla nobile professione siamo passati al mero mestiere, dove basta accedervi per godere di benefici e prebende. Abbiamo assistito ad una vera e propria lotta ai compensi alti dei politici, con proposte dei loro dimezzamenti, accolte queste a furor di popolo. Certamente molti degli attuali amministratori della cosa pubblica, in relazione alle loro capacità, sono veramente pagati troppo, anche perché inutili quando non dannosi. Penso però che si sia chiaramente capito che ora come non mai servano capacità e professionalità, e queste vanno pagate. Nei posti dove si prendono le decisioni dobbiamo pretendere che a farlo ci siano persone all’altezza, capaci, dei veri e propri professionisti, ed a questi debbono andare equi compensi, altrimenti continuano a fare i loro redditizi mestieri lasciando noi in balia dell’improvvisazione. Ce lo dicono chiaramente le statistiche ed i confronti con gli Stati della coalizione europea dalla quale pretendiamo persino di essere ascoltati e considerati.
Giorgio Raviola