di Grace Jana
Enrico Ferretti è un nome di riferimento per la galassia degli Indipendenti di Sinistra. Persone che pur non avendo tessere in tasca hanno fiuto e si sentono eredi dei partiti storici del ‘900. Enrico Ferretti è un giovane lavoratore, uno che è riuscito non senza fatica a trovare la sua strada e a costruire il proprio futuro. Il gruppo degli Indipendenti di Sinistra ladispolani ha scelto di sostenere la candidatura a Sindaca di Silvia Marongiu alle elezioni comunali di giugno, e un nome indipendente probabilmente lo troveremo nella lista del PD.
Ferreti, cosa ne pensa della sinistra che si è spalmata tra Silvia Marongiu e Alessio Pascucci, l’altro sfidante del Sindaco Grando uscente?
“Nel caso del centrosinistra vedo un certo masochismo: due candidati per me validissimi ma che hanno diviso le loro energie. Ma il paradosso nasce proprio qui: non solo Silvia e Alessio insieme avrebbero potuto e dovuto incarnare ciò che il mondo del centrosinistra aspetta da tempo nella città, ma lo devono fare partendo da un percorso diviso dal primo turno di elezioni. Ora, provate a mettervi nei panni di un cittadino comune, quale posso essere io o chiunque viva Ladispoli da sempre, e provate a spiegargli che l’ANPI, organo apartitico e frutto dell’antifascismo italiano, al momento si è presentato all’appuntamento elettorale di un solo candidato di centrosinistra ( la Presidente e il vice della locale sezione, il 25 aprile in Piazza Almirante con Pascucci ) provate a spiegargli perché fino all’ultimo non c’è stata la possibilità di istituire primarie di coalizione per essere totalmente uniti e non tristemente divisi; provate a fargli capire cosa accadrebbe se fossero davvero loro due gli sfidanti al ballottaggio, centrosinistra contro centrosinistra. Vi sembra una cosa normale?! A me sembrano autogol inconcepibili e inaccettabili che possono aiutare gli altri competitor o che agevolino la pratica lecita ma ingiusta dell’astensionismo; se si vuole instaurare un cambiamento vero bisogna uscire da tecnicismi e tatticismi che alle persone non importa un bel niente, e spero con tutto il cuore che almeno uno dei due, nel mio caso Silvia, possa arrivare al ballottaggio contro il centrodestra e non contro sé stesso, se facessi politica attiva mi sentirei abbastanza in imbarazzo…”
Cosa chiedi, in caso di vittoria, alla Giunta Marongiu?
“Premetto che ciò che vorrei da Silvia, lo chiederei anche ad Alessio, per i motivi sopraccitati. Quello che serve a Ladispoli è progettualità e pianificazione, il suo “fare rete” che mi ha sempre affascinato deve servire per iniziare una seria ricognizione delle criticità e intervenire nell’immediato per arrivare ad una sorta di monitoraggio costante degli interventi, basta con questo operare in emergenza! È davvero ora di iniziare a pensare che in una città di poco più di 40mila persone vivono anche giovani che non hanno solo bisogno di sagre mangerecce, vivere sperando che un locale privato li convinca a rimanere a Ladispoli per passare una serata tra amici, non può essere solo Roma l’alternativa per passare una giornata diversa; soprattutto, in tanti di loro esiste una forma di passione cittadina anche basata sulla cultura e promuovere intelligenza, anche partendo da una base spiccia. E’ un piccolo passo per far capire che la politica deve assolutamente iniziare a sentire la loro voce, i loro profili social rispecchiano un’attenzione molto seria e concreta. Abbiamo un mare bellissimo e le strutture ricettive non solo sono poco note a livello istituzionale, ma si contano sulle dita di una mano, e fare turismo non vuol dire solo entrare in uno stabilimento e rilassarsi su un lettino; rilanciamo gli alberghi, promuoviamo ancora di più la concezione che da Roma si può anche andare a Ladispoli e, perché no, affrontare un percorso sinergico con Cerveteri per creare percorsi culturali che partano dalle rovine che si trovano a cielo aperto a Palo (cucine, abitazioni, ultimo approdo documentato di Caravaggio) fino a quella perla che si chiama Necropoli della Banditaccia.
Ladispoli è esplosa tra gli anni ‘70 e ’80 ma la sua conformazione edilizia, assestata negli anni ’90, non permette a pieno un percorso green della città; per quel poco che si può fare, si deve cercare di migliorare e integrare percorsi ciclopedonali che permettano di raggiungere in gran parte tutta la città. E soprattutto, Ladispoli è estesa da Caere Vetus fino al consorzio di San Nicola, dal mare fino alle campagne confinanti con Cerveteri e in alcuni punti anche Fiumicino; basta con questa storia che le attenzioni cittadine si riversino sempre e solo nel centro città, basta con questo concetto che piazza Rossellini diventi un’agorà asfissiante. Sono figlio della Mostra della Meccanizzazione e della Sagra del Carciofo, quest’ultimo fiore all’occhiello della città personalmente da rivedere su alcuni punti; credo che le attenzioni mediatiche, culturali e aggregative di Ladispoli debbano affondare le radici anche in quei luoghi dove molto spesso c’è quel mortorio che molti di noi cittadini osservano, anche con critiche forse eccessive ma costruttive. Ci sarebbe tanto altro da dire e sicuramente tante cose saranno sfuggite, ma nell’augurare a Silvia la sua riuscita in questa campagna elettorale spero possa catturare anche quello che un giovane socialista, un giovane indipendente di sinistra suo sostenitore e un giovane cittadino che vive Ladispoli da quando è nato ha inteso raccontare.”