La spinta privatizzatrice dell’Amministrazione Grando continua inesorabile anche sul Piano Utilizzo Arenili (PUA). Dopo aver concesso ai privati la gestione di beni pubblici come il teatro comunale, i giardini di viale Europa, il campetto di via Firenze e soprattutto il servizio idrico che è passato ad Acea, ora è arrivato il tempo della nostra spiaggia.
Nel nuovo PUA, adottatto nella seduta di consiglio comunale dello scorso 25 ottobre, si prevede infatti la concessione ai privati di altri 1.250 metri di arenile attualmente liberi.
In particolare le nuove aree concessionate (o concessionabili in futuro) sono: 240 mt nel tratto tra San Nicola ed il Castello Odescalchi; 160 mt nel lungomare centrale; 850 mt nella zona di Torre Flavia.
In tutto questo, come ha fatto notare in aula il nostro consigliere Gianfranco Marcucci, in merito al PUA l’amministrazione è in preda ad una fretta smisurata che le sta facendo commettere errori su errori come quello da noi segnalato nella relazione illustrativa dove erano presenti una variazione demaniale inesistente ed un intervento stralciato sui pontili; e che grazie al nostro attento lavoro sono stati corretti con un emendamento alla deliberazione.
Ma questa fretta si rivela anche anche nella decisione di non voler sottoporre a VAS (Valutazione Ambito Strategico) il piano adottato, con il serio rischio di farselo bloccare successivamente dalla Regione Lazio.
Come Ladispoli Attiva, riconosciamo che nel PUA sono presenti anche interventi positivi per la nostra città come quello relativo al villaggio dei pescatori di Porto Pidocchio e quello per la realizzazione di un’area destinate alle attività sportive in mare, ma anche in questo caso riteniamo sia stata sbagliata la collocazione, pressoché attaccata alla foce non balneabile del fosso Vaccina.
Non possiamo che constatare una tendenza ormai strutturale alla privatizzazione di quei pochi spazi pubblici che la nostra città offre. Una visione amministrativa che non ci rappresenta. Per tale ragione che ci siamo opposti in consiglio e continueremo a farlo quando potremo inviare le nostre osservazioni al piano. “Non esiste sviluppo turistico, senza la salvaguardia delle nostre spiagge, soprattutto di quelle libere e fruibili da tutti i cittadini”.