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Varese Ligure – Il borgo rotondo

I villaggi dell’entroterra spezino abbarbicati alle pendici appenniniche della vallata del Vara hanno di ligure solo le tinte delicate delle facciate. Si va dal giallino al rosso mattone, passando per tutta la gamma degli arancione e dei rosa, dal verde marcio al blu intenso attraverso le sfumature dal verde pallido all’azzurrino. I tetti d’ardesia e i muri di sostegno scuri che proteggono le povere case hanno un aspetto montanaro ed anche le cime boscose evocano paesaggi alpini, nonostante la macchia mediterranea e gli ulivi sui colli ricordino quanto il mare sia vicino.

Oltre il crinale sinistro della Val Vara, per chi è diretto a Genova, la montagna precipita a picco nelle azzurre acque del Tirreno. In quel tratto la costa assume aspetti straordinari ed è nota come “Le Cinque Terre”. In effetti soltanto cinque villaggi di pescatori s’annidano fra paurose scogliere battute dai marosi e quei paesetti sono collegati al resto del mondo soltanto per ferrovia o via mare, a meno che ci s’avventuri su stradine simili a mulattiere o sentieri di montagna. Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore, separate da lunghe gallerie ferroviarie, hanno tutte una piccola stazione affacciata sul mare, un nucleo di tipiche case aggrappate alla roccia, una passeggiata fra gli scogli e un’atmosfera d’altri tempi, tempi duri per rudi pescatori e contadini. Sulle pendici sono stati ricavati terrazzamenti arditi per la coltivazione della vite e il vino delle Cinque Terre gode di fama internazionale per la raffinatezza del suo bouquet particolarmente adatto per gli antipasti a base di pesce e crostacei.

Chi percorre oggi l’autostrada 12 nel fondovalle del Vara osserva piuttosto annoiato il paesaggio poco allettante dell’interno, ma ad un tratto nota con stupore un enorme punto interrogativo nero tracciato da un proprietario estroso sulla facciata rosea della sua casetta, che ha solo due finestrelle in alto, quasi due occhi curiosi, aperti verso il fiume a cercare il sole del sud. Quel punto interrogativo racchiude tutte le perplessità di chi s’accinge ad approfondire la propria conoscenza della Liguria, regione piccola e magnifica, allungata ad arco fra La Spezia e il confine francese per 250 km, ma stretta e chiusa a monte dall’Appennino, fra La Cisa e il Colle di Cadibona, e le Alpi Marittime da Cadibona al Colle di Tenda, già in territorio francese.

Le montagne hanno sempre reso difficili i collegamenti e i rapporti con l’entroterra, sicché i liguri, già considerati meridionali dai piemontesi e dai lombardi, vivono rivolti al mare che è la benedizione della regione. La storia della Liguria è legata alla grandezza di Genova, che fu una gloriosa Repubblica marinara e non a torto conserva l’appellativo di “La Superba”, sebbene sia sempre rimasta una piccola entità dal punto di vista territoriale, priva di grandi possedimenti terrieri e di pianure fertili.

Da questi aspetti di chiusura verso i vicini ed intraprendenza con i forestieri nasce, forse, la leggenda che i liguri siano avari, ma il dubbio si scioglie non appena si approfondisce la conoscenza di questa gente straordinaria. Come gli ebrei e probabilmente anche gli scozzesi, accomunati dalla medesima calunnia d’essere taccagni, i liguri sono persone dotate di notevoli capacità, intuiscono le strade da percorrere per fare buoni affari, hanno fiuto per far fruttare il denaro, s’arricchiscono e pertanto destano invidia. In realtà si tratta di gente parsimoniosa che non ama fare sfoggio di un benessere ben meritato lavorando sodo e facendo uso dell’ingegno, al contrario di tanti altri italiani, infinitamente più sprovveduti, i quali amano millantare crediti e vivere nell’indolenza e nei debiti, mentre nel nord nebbioso predomina la cultura dell’autosufficienza boriosa, condita da presunzione e baldanza per ricchezze che spesso sono solo rendite di posizione.

 

I liguri s’intendono fra loro con un dialetto assai particolare di ceppo nordico, ma fortemente influenzato dai contatti plurisecolari con i popoli del Mediterraneo. E’ un dialetto cantilenante che sembra più una forma di portoghese piuttosto che una derivazione dall’italiano, con vocaboli sicuramente mediati dalle lingue catalana, maiorchina, corsa e sarda. Tuttavia, nelle aree montuose ai confini con l’Emilia e il Piemonte il dialetto ligure si confonde con quello delle aree piacentine, alessandrine e cuneesi.

L’Aurelia, fra La Spezia e Sestri Levante abbandona la costa troppo frastagliata e impervia, addentrandosi in un territorio montagnoso altrettanto difficile, ma superabile affrontando le salite e i tornanti del Passo del Bracco. Il paesaggio è montano con le caratteristiche della macchia mediterranea, un ambiente delicato che gli incendi estivi devastano sistematicamente con la complicità della mano criminale dei piromani. L’itinerario offre l’occasione per scoprire una delle bellezze nascoste della Liguria, la cittadina di Varese Ligure che ha un  curiosissimo assetto urbanistico. Il nucleo storico è un “borgo rotondo” con una straordinaria strada dotata di portici, archi e portali tipici delle “villenove” del medioevo ligure. Nelle deliziose piazzette si respira un’atmosfera antica e ristagnano i tipici profumi della natura e della gustosa cucina ligure.

Varese Ligure fa parte della lunga lista dei borghi più belli d’Italia e, come per altre stupende località, bisogna decidere di andarci apposta. In fondo la loro fortuna è anche quella di essere “fuori mano”. Chi arriva dal sud deve uscire dalla A12 al casello di Brugnato-Borghetto Vara. Se è ora di pranzo può gustare un piatto di fumanti trenette col pesto in una delle trattorie di questi paesetti. Poi si segue la statale 566 che sale lungo la valle del Vara fino al Passo di Cento Croci, sotto il quale si trova Varese Ligure, prima di sconfinare in Emilia. Chi arriva da Genova, invece, deve uscire a Sestri Levante ed affrontare la tortuosa e panoramica statale 523, per salire fino a Varese Ligure.

Il borgo è sostanzialmente il capoluogo della vallata nota come “Valle del Biologico”, per le innumerevoli fattorie che offrono prodotti agricoli, carni e formaggi biologici. Il territorio comunale è eccezionalmente vasto, con molte frazioni, con percorsi adatti al trekking, all’ippica e alle escursioni in mountain bike. Il visitatore del borgo rimane estasiato e incuriosito di fronte all’insieme delle due piazze, Fieschi e Castello, chiuse da un porticato perfettamente ellittico, con vicoli, detti carruggi, caratterizzati da antiche case dai vivaci colori pastello tipicamente liguri. Come tutti i borghi italiani Varese Ligure ha numerose antiche parrocchiali, palazzetti nobiliari, una torre civica e un castello dei feudatari, che qui furono i Fieschi, signori del sito nel secolo XIII.

Chi cerca luoghi che vantino le migliori qualità della vita deve sapere che Varese Ligure è stato il primo Comune d’Europa ad essere dotato delle certificazioni ambientali ISO 14001 ed EMAS, in sostanza si tratta di un paese privo di inquinamenti , mentre l’Unione Europea. fra le tante contrade montuose, ha assegnato nel 2004 a Varese Ligure l’ambito titolo di “migliore comunità montana”.

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