Seguendo la statale Isernia-Benevento, ai confini fra Molise e Campania, si trova il sito archeologico di Saepinum. Gli appassionati di rovine romane s’affannano a cercare in Tunisia le magnifiche Sbeitla, Dougga e Bulla Regia, tra l’altro poste in luce con contributi italiani, sopportano le noie delle dogane libiche per ammirare Leptis Magna, soffrono sotto il sole implacabile del Marocco per passare sotto l’arco di trionfo dedicato a Caracalla e alla madre Julia Domna a Volubilis. In Italia si beano ai Fori Imperiali di Roma e agli scavi di Pompei, ma ben pochi sanno che Saepinum è una meraviglia da scoprire nel Molise. Per secoli la città morta è rimasta nascosta sotto le radici di rovi, fichi selvatici e olivastri. Dal 1950 è oggetto di scavi sistematici che hanno messo in luce un grande centro urbano, cinto da un quadrilatero di mura con quattro porte monumentali e 27 torri. All’incrocio fra il cardo e il decumano si trovano il foro e i principali monumenti civili e religiosi dell’antica città: la Curia, il Capitolium, un’Esedra, la Basilica con bellissime colonne ioniche. Sepino aveva terme, un grande teatro, mercati e splendide dimore patrizie. La stagione più adatta per una gita in questo sito di grande importanza culturale è la primavera molisana che incornicia mirabilmente ciò che resta della superba città romana. La scarsità di visitatori in un sito tanto suggestivo in un primo momento sgomenta, poi subentra una sorta di orgoglio. Saepinum, deposta fra i colli su un tappeto di velluto verde è come un prezioso gioiello alla portata di pochi fortunati, la cui ricchezza è l’amore per il nostro paese. Il fascino di questa località poco conosciuta risiede anche nel fatto che non esiste un agglomerato moderno nelle immediate vicinanze, ma il turista accorto, di solito, sa cercare, dopo aver saziato lo spirito, i posti giusti dove deliziare il corpo. Poiché il Molise è una regione montagnosa, splendida con un limitato affaccio sul mare Adriatico, non bisogna perdere l’esperienza di un soggiorno a Campitello Matese. Conviene raggiungere Isernia. Fuori città è subito campagna. La statale 17 corre con a destra i monti del Matese e a sinistra una distesa di colline disseminate di piccoli borghi. Dopo una decina di chilometri si devia verso il Santuario del’Addolorata, luogo di devoti pellegrinaggi per gli abitanti della regione. E’ un grande tempio di stile falso gotico francese. Starebbe forse bene su una “butte” fra Orléans e Nevers, ma su un poggio molisano è alquanto fuori posto. Ancora poca strada ed ecco il bivio per Campitello. La salita è tutta curve e tornanti. Si raggiunge a quota 1417 m. la bellissima conca di questo ameno centro di villeggiature estive e sport invernali, discretamente attrezzato, ai piedi del Monte Miletto. I monti del Matese, come tutto il Molise, ricevono copiose precipitazioni nevose per lo scontro fra le correnti fredde balcaniche e i venti sciroccali del Tirreno. Ciò ha fatto la fortuna di Campitello che è una delle migliori località sciistiche dell’Italia meridionale, ma anche un’eccellente base per la esplorazione delle altre belle località molisane.