Il titolo potrebbe sembrare perlomeno estemporaneo, se non addirittura inopportuno, invece si vuole raccontare un bel luogo esorcizzando un brutto periodo che speriamo possa concludersi presto e bene, permettendoci di riprendere una vita normale, e magari andare per davvero a Nicotera Marina.
Ben incorniciata dietro la porta del bungalow trovo una massima curiosa: “ Vivre dans le monde sans en explorer le sens est comme errer dans une grande bibliothèque sans toucher les livres”. E’ possibile che la decisione di collocare un Club Méditerranée sulla costa più soleggiata del promontorio di Capo Vaticano sia legata alla considerazione che la Calabria è un piccolo mondo a parte che deve essere esplorato con la stessa curiosità con la quale si legge un libro raro scoperto per caso in una grande biblioteca.
Per la verità il Club Méd con la sua organizzazione e i suoi riti sofisticati sembra voler rinchiudere il turista in un piccolo mondo alieno, quasi a difenderlo dalle influenze esterne. Chi rimane chiuso nel Club riparte senza aver capito nulla dell’ambiente circostante. All’arrivo si depositano tutti gli averi in cassaforte. Alla réception danno strane collane di palline colorate di diverso valore che dovranno essere spese nella struttura per pagare consumazioni e servizi, nell’illusione di poter dimenticare per qualche giorno il vil denaro. Si tratta di un implicito invito a “non uscire”.
Avendo notato altrove in quasi tutta la Calabria che si tratta di un mondo di rapaci in attesa di depredare i turisti con prezzi assurdi e servizi scadenti, è possibile che il Club Méd abbia qualche ragione a voler fungere da chioccia per i suoi clienti, ma non bisogna cadere nel tranello. Nicotera è lontana dai brutti e inospitali capoluoghi di provincia calabresi. Si trova in uno dei tratti più belli della costa tirrenica, di fronte ad un mare cristallino. La città vecchia, situata in alto, gode di un magnifico panorama ed ha un centro storico interessante con edifici barocchi. Nicotera Marina ha una bella spiaggia di sabbia bianca ed una pineta disseminata di graziosi villaggi turistici.
Dai colli di Nicotera la macchia mediterranea scende verso le rive con le sue essenze secolari, olivastri, lecci, corbezzoli, allori, carrubi, ginepri e i suoi arbusti aromatici, lentischi, mirti, artemisie e rosmarini. L’aria è pregna di caldi profumi e vibra al frinire delle cicale sotto il cielo immobile del profondo sud, che solo all’alba e al tramonto concede il refrigerio della brezza ristoratrice.
Il Club Méd ha la sua spiaggia riservata, ma bisogna allontanarsi dalla struttura organizzata con le sue file di chaises longues e parasols colorati. Le spiagge verso Capo Vaticano a nordovest e verso Gioia Tauro a sudest hanno ancora il loro aspetto naturale d’una bellezza selvaggia.
Per un po’ si cammina a testa alta attratti dalla magnifica cornice vegetale dei colli e dal mare dai vivaci colori cangianti e dalle acque limpidissime, calde e invitanti. Dopo un bagno, distesi al sole sulla sabbia bianca si scoprono altre meraviglie.
In questo angolo di paradiso, la natura si è dedicata all’arte elaborando e modellando gli elementi a disposizione. Dalla macchia sono finiti in mare ramoscelli, bacche, gusci di cupulifere, scaglie di cortecce, in acqua le onde hanno rimescolato gli ingredienti unendovi residui vegetali di poseidonie e potamogetonacee marine, infine, la risacca ha depositato sulla riva un ininterrotto orlo di residui scuri dove biancheggiano conchiglie ed ossi di seppia.
Stando sdraiati al sole si possono osservare autentiche opere d’arte, piccole composizioni di ikebana nelle quali si evidenzia esattamente il significato delle parole giapponesi “ike” che significa vivente ed “hana” fiore. Un fiore vivente è anche un simbolo di “bellezza effimera” e il mare inesorabile concede poche ore di vita alle sue bizzarrie artistiche. La stessa risacca creativa cancella con la marea successiva ogni traccia delle piccole composizioni d’arte e, forse nottetempo, con il noioso trascorrere delle ore e il ritmo ripetitivo delle onde si dedica a comporre nuove ikebana con la caratteristica di essere formate da materiali vegetali morti, ma non per questo meno affascinanti dei “fiori viventi”.
Una di queste ikebana mi ha ricordato i miei lontani studi sui differenti stili dell’antica tradizione giapponese, avendo tutte le caratteristiche di un’opera del maestro Rifuku Enemoto specialista nelle composizioni di tipo Moribana. In esse si combinano graziosamente tre elementi classici di profondo significato: un ramoscello punta in alto e simboleggia il cielo, al centro si trova una piccola massa che rappresenta l’umanità su una base solida che è la terra. Il miniscolo Moribana di Nicotera non doveva rimanere esposto al capriccio delle maree e condannato a scomparire nel buio della notte calabrese. Dopo averlo fotografato, l’ho raccolto, consolidato con qualche goccia di colla e lo conservo a rimembranza di una vacanza indimenticabile.
Umberto Mantaut