Ad Urbino si studia all’ombra del Palazzo Ducale. La città è piccola ma incredibilmente ricca di monumenti. La mole del Palazzo Ducale occupa da sola gran parte del panorama che s’osserva giungendo ad Urbino, chiusa nelle sue mura dalle quali emerge il grandioso edificio di mattoni rossi, reggia quattrocentesca del Duca Federico che la volle “gloriae ac posteritati suae”. La facciata del palazzo è caratterizzata dai due “torricini”, simbolo inconfondibile della città. Nell’edificio ha oggi sede la Galleria Nazionale delle Marche, una delle più ricche d’Italia. L’Università, situata accanto al Palazzo Ducale, ha sede in un antico palazzo dei Montefeltro. Fu fondata nel 1506, come centro di studi umanistici, ed ancor oggi le sue facoltà più importanti sono quelle di Lettere e Filosofia, Magistero e Giurisprudenza, ma ad esse s’affiancarono numerose facoltà scientifiche di fama internazionale, tanto che ad Urbino trovano ospitalità studenti di vari paesi, anche d’estate per i corsi estivi linguistici per stranieri. La biblioteca universitaria dispone di oltre 90.000 volumi e migliaia di pergamene, manoscritti e documenti antichi. In contrasto con le alte pareti di mattoni e il colore scuro della pietra delle antiche case cittadine, spicca la facciata bianca del grandioso Duomo neoclassico, ma come in tante altre città storiche italiane le chiese ad Urbino sono numerose. Molto notevoli S. Agostino, consacrata nel 1292, San Francesco romanico-gotica e San Domenico dalla facciata in cotto. Urbino è famosa anche per i suoi conventi ed oratori ricchi d’opere d’arte. Accanto alla chiesa di San Sergio, prima sede vescovile nel 1021, si trova la casa modesta dove nacque Raffaello, figlio di Giovanni Santi, anch’egli pittore e proprietario della bottega dove il bimbo prodigio diede principio all’arte che lo immortala nelle più grandi pinacoteche del mondo intero. Per questo suo grande cittadino Urbino è considerata nel suo stupendo insieme un patrimonio dell’umanità. A sud e nell’interno collinare delle Marche, Camerino è assai meno monumentale rispetto ad Urbino. In un certo senso le giova il fatto di conservare gli aspetti e le abitudini del piccolo centro di provincia, non invaso dai turisti e lontano dalle grandi città, perché chi vuole che i figli studino seriamente in un luogo che non offre distrazioni li iscrive all’Università camerte. Da lontano, sul colle che la ospita, Camerino appare come un paesone allungato pigramente sull’altura dai fianchi friabili, con case d’arenaria, sobri palazzi nobiliari e grandi chiese che mostrano i segni dei danni e dei restauri subiti dopo i non infrequenti terremoti. La cittadina si sviluppa lungo un unico asse viario che va dall’antica Rocca circondata da un parco fino alla Porta Giulia. Al centro si trova la Piazza Cavour tardo rinascimentale, sulla quale s’affacciano il pesante Duomo, il palazzo arcivescovile con il Museo Diocesano e la celebre Università. L’Ateneo di Camerino, famoso per gli studi di giurisprudenza, ha oggi anche varie facoltà scientifiche. Ebbe riconoscimento papale nel lontano 1727 ed è Università di Stato dal 1958. La città di Camerino vive e pulsa in funzione dei ritmi degli studi universitari. Per il resto, la cittadina non raggiunse mai le dimensioni e l’importanza necessarie per farla assurgere a capoluogo di provincia e dipende da Macerata. La popolazione raddoppia durante i corsi e i periodi degli esami per la presenza di molti studenti ospitati in case private e collegi. A momenti si ha l’impressione di vivere in un “campus” nel quale i giovani possono avere contatti con i docenti anche fuori delle severe aule, semplicemente passeggiando lungo il corso nell’ora provinciale dello “struscio”. Molti cittadini di Camerino, compresi i nobili, i ricchi borghesi e i docenti universitari, conservano tradizionali abitudini contadine, possedendo poderi nella fertile campagna ondulata che si stende ai piedi del colle camerte. Le feste cittadine hanno il carattere di rievocazioni storiche e le dame delle famiglie più in vista si dedicano alla confezione, alla cura e alla personale esibizione dei costumi antichi. In quelle occasioni, nelle vie cittadine il tempo si ferma, anzi torna indietro al medioevo e al rinascimento. Mentalità e cultura a Camerino conservano qualcosa d’umbro. Infatti, la città ed il suo contado sono uniti alle Marche solo dal 1809. In precedenza, sotto il dominio papale, Camerino era capoluogo di delegazione cardinalizia umbra. Con la regione vicina, le popolazioni discendenti dai Camerti-Umbri conservano strette relazioni, nonostante esistano solo due vie di comunicazione tuttora difficili, risalendo la valle del Chienti fino a Colfiorito in direzione di Foligno o scendendo per le Gole del Nera, da Visso a Terni. Cultura, studi, biblioteche e libri significano “carta”. Non a caso, forse, a mezza via fra Urbino e Camerino si svilupparono fin dal secolo XII le antiche cartiere di Fabriano. Per associazione d’idee, chi nomina Fabriano pensa istintivamente alla carta nelle sue forme più raffinate, dalle carte valori con filigrane apprezzate dalle zecche di molte nazioni alle carte patinate delle lussuose edizioni di libri rari, dalla carta da disegno a quella più comune per usi d’ufficio. Tuttavia, la città di Fabriano merita d’essere visitata e ricordata come una delle tante città d’arte dell’Italia centrale. Il centro storico di Fabriano, in posizione elevata in un’amena conca fra i monti, possiede una scenografica Piazza del Comune, ornata da una fontana rotonda del 1285, chiamata Sturinalto. Sulla piazza s’affacciano il grandioso Municipio, il Loggiato di San Francesco del ‘600, il Palazzo Vescovile e la torre dell’orologio, sullo sfondo il magnifico Palazzo del Podestà, romanico-gotico. Il Duomo di Fabriano, dalla facciata cinquecentesca e dall’abside trecentesco, è una notevole chiesa dedicata a San Venanzio, ma la città ha molte altre chiese di grandi dimensioni, come San Benedetto, Santa Lucia, San Nicolò e i SS. Biagio e Romualdo. La visita delle cartiere desta grande interesse tecnico. Gli stabilimenti storici, oggi ammodernati e dotati di macchinari d’avanguardia per mantenere la produzione all’altezza dei tempi, sorgono tutti sulle rive dei corsi d’acqua, poiché quest’elemento è essenziale nel ciclo di produzione. A Fabriano scorre il Giano, affluente dell’Esino, mentre poco lontano si trova la valle del Potenza. Nel punto di confluenza fra il fiume Scarsito ed il Potenza si è sviluppato un altro centro famoso per la produzione cartacea. Pioraco si trova, infatti, allo sbocco di una gola pittoresca con belle cascate. Fin dal 1360, l’energia idraulica che a quei tempi azionava mulini è stata sfruttata per far funzionare i macchinari della cartiera, non meno famosa di quelle di Fabriano per il pregio della sua produzione. A Pioraco esiste oggi un’interessante area museale dedicata a questa particolare industria.
URBINO
Parcheggio camper
P.zza Mercatale
N. 43°43’25’’ E 12°38’07’’
CAMERINO
Area camper attrezzata
Via Emilio Betti
N 43°08’12’’ E 13°04’01’’
FABRIANO
Area camper attrezzata
N 43’20’48’’ E 12°55’01’’