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All / Centro

Le Fonti del Clitunno (PG)

Oscure intanto fumano le nubi
su l’Appennino: grande, austera, verde
da le montagne digradanti in cerchio
l’Umbria guarda
(Giosuè Carducci – “Le fonti del Clitunno”)

Molti oggi non guardano e nemmeno vedono. Corrono sulla Flaminia fra Spoleto e Foligno e perdono un’occasione più unica che rara per ammirare  uno dei siti più belli e poetici del nostro paese. La sorgente di un fiume suscita sempre curiosità e interesse come un lieto evento. In Italia ormai sono famosi certi pellegrinaggi alla sorgente del Po. Da una spaccatura nelle rocce ai piedi del maestoso Monviso sgorga un ruscello di acqua gelida e limpida e sembra incredibile che quello sia il luogo di nascita del più importante fiume italiano. Il piccolo Clitunno ha una sorgente sorprendente. Dal sottosuolo umbro zampillano innumerevoli piccoli getti d’acqua cristallina a formare un bellissimo laghetto. Sul fondo, favorite dalla purezza dell’acqua, si sviluppano delicate piante di tutte le tonalità di verde, con sfumature azzurrine e di altri colori dell’arcobaleno nel gioco dei riflessi di luce in quell’ambiente liquido. Intorno crescono alberi d’alto fusto amanti dei terreni umidi, come i salici e i pioppi. Le loro chiome si riflettono nella fonte aggiungendo pennellate di verde e ombre provvidenziali. Non è raro notare famiglie di anatroccoli  che nuotano indisturbate in quel paesaggio idilliaco. I visitatori delle Fonti del Clitunno, forse rapiti ed estasiati come il poeta Carducci di fronte a questa meraviglia della natura, percorrono silenziosi il sentiero che costeggia il laghetto e molti, con un opuscolo in mano, leggono in silenzio la famosa ode dedicata a questo sacro luogo. Sì, perché gli antichi, a loro volta rapiti dalla bellezza straordinaria di queste fonti hanno concepito la presenza di un nume tutelare, un dio Clitunno al quale è stato dedicato un tempietto talmente prezioso che nel 2011 l’UNESCO lo ha dichiarato “patrimonio dell’umanità”. Il manufatto si trova a pochi passi dalle fonti e la sua visita desta molto interesse storico ed artistico, per le sue splendide colonne corinzie e gli antichi affreschi degli interni. Il Clitunno con la sua sorgente tanto impressionante, scorre poi soltanto per un breve tratto nella piana Umbra per immettersi nel Topino che a sua volta si riversa nel Chiascio, altro piccolo fiume affluente del Tevere, poeticamente definito “biondo” per non riconoscere che è limaccioso, ed è così che in questo matrimonio l’acqua limpida del Clitunno perde la sua purezza.  

Ride sepolta a l’imo una foresta
breve, e rameggia immobile: il diaspro
par che si mischi in flessuosi amori
con l’ametista.

E di zaffiro i fior paiono, ed hanno
dell’adamante rigido i riflessi,
e splendon freddi e chiamano a i silenzi
del verde fondo.

Hai mai veduto le Fonti del Clitunno?
Se non ancora, e credo di no,
altrimenti me ne avresti parlato, valle
a vedere. Io le ho viste da poco e mi rammarico
di averlo fatto troppo tardi.

– Plinio il giovane

 

Notizie utili, tratte dal sito della Proloco di Spoleto 

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