L’Oltrepò Pavese è una zona viticola di grande importanza locale e non solo, poiché i suoi vini sono considerati ottimi come quelli piemontesi e veneti. Questa sottoregione ha la forma di un cuneo che s’insinua fra le province di Alessandria e Piacenza. Forse la Lombardia non contenta di abbracciare una vasta area fra le Alpi e la pianura padana voleva uno sbocco al mare, spingendosi sui contrafforti appenninici verso la Liguria, senza raggiungerla per una manciata di chilometri. Infatti l’Oltrepò sale dolcemente dalle rive del grande fiume fino ad una stretta zona montagnosa, bloccandosi di fronte alla cima del Monte Lesima (m.1724) dove Piacenza e Alessandria si danno la mano per fermare l’avanzata lombarda. Insomma, l’Olrtepò pavese è un triangolo isoscele, la cui base è il Po dal punto di vista idrografico e la via Emilia Scaura, oggi Padana Inferiore SS10, dal punto di vista infrastrutturale. Le città che si allineano lungo la statale hanno ancora tutte l’aspetto di grandi centri agricoli di pianura, ma a sud si ammira un dolce paesaggio di colline rivestite di vigne con i borghi arroccati, caratterizzati dalle loro vecchie case e dalle parrocchiali di mattoni, dotate di alti campanili. I nomi dei paesi ricordano che questo è un territorio ondulato, con brevi valli e poche alture importanti, mentre predominano in successione pittoresca colli e poggi, crinali ondulati con casolari poveri e ville di ricchi possidenti con viali d’acceso di cipressi. Qualcosa di toscano o veneto e poco di lombardo, con la complicità dei vigneti a perdita d’occhio che fanno pensare ad un Chianti spostato a nord o alla Valpolicella trasferita ad ovest.
A monte di Casteggio ecco Montalto Pavese con il suo Castello, Rocca de’ Giorgi dal nome vagamente fiorentino, Montecalvo Versiggia che già s’affaccia sulla bella vallata della Versa dove crescono i migliori vitigni dell’Oltrepò, poi ancora Montù Beccaria e San Damiano al Colle. Altri centri abitati hanno nomi di valli: Valverde, Val di Nizza. L’Oltrepò Pavese ha alcuni santuari famosi come Santa Maria della Versa e l’Abbazia di San Alberto di Butrio del secolo XI con il suo complesso fortificato che include ben tre antichissime chiese.
La stagione più propizia per un soggiorno e per l’esplorazione di questo magnifico lembo d’Italia è l’autunno. Dei cinque sensi almeno tre sono deliziati. La vista spazia sui vigneti che ai primi freddi cambiano colori da far invidia al lontano Indian summer canadese, dai tini di innumerevoli cantine enologiche “va l’aspro odor dei vini” e nelle fattorie spesso attrezzate come accoglienti B&B le massaie si dedicano all’arte culinaria preparando le pietanze regionali, ormai finte povere, poiché divenute di gran moda.
L’Oltrepo non ha grandi città da visitare e, forse, questo è un aspetto positivo. Si scoprono innumerevoli deliziosi borghi antichi, tutti con un loro piccolo centro storico, cuore del luogo e ritrovo di paesani e turisti. Consigliabile come “campo base” il bucolico centro di Montalto Pavese con il suo grandioso Castello, visibile da grandi distanze fra i colli, con lo sfondo dell’Appennino Ligure innevato nella stagione invernale.
Si riparte dopo qualche giorno con qualche nozione culturale in più, un approfondimento tecnico sull’enologia e complessivamente assai più allegri. Infatti, ovunque fra vigne e cantine visitate, i generosi agricoltori pavesi insistono nell’offrire spuntini ed assaggi degli ottimi vini locali. Si offenderebbero di fronte ad un rifiuto che nessuno si sognerebbe di opporre.
Prodotti tipici
Indiscutibilmente il prodotto che caratterizza la zona è il vino, in un territorio con morbide colline coltivate a pregiati vigneti.
I Vini
Barbera, Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Cortese, Croatina (che qui chiamano Bonarda), Malvasia di Candia, Moscato, Pinot grigio e nero, Uva Rara, Riesling Italico, Riesling Renano, Sauvignon e Vespolina.
Gastronomia
Molto ben utilizzata la carne di maiale con il quale vengono prodotti ottimi Cacciatorini, Salami di Varzi e Salami tradizionali, Coppa, Lardo, Pancetta, Cotechini e Zamponi.
Molto apprezzati i formaggi di alta collina, il furmag cui saltarei, formaggio vaccino stagionato con i vermi e formaggi caprini trai quali in Nisso di Menconico.
Specialità della cucina sono il Bollito misto accompagnato dalla mostarda o dal Dolcebrusco, la Gallina ripiena ed il Miccone, il tipico pane divenuto simbolo dei fornai locali.
Molto utilizzata la Mostarda, originariamente ideata per conservare la frutta per lungo tempo, e diffusa la produzione di ottimo miele.