Acque Lucane
La base per una visita delle aree settentrionali montagnose della Basilicata potrebbe essere Andretta in provincia di Avellino. E’ un piccolo comune sorprendente per la strana sua somiglianza con un centro minore svizzero o tedesco. La cosa si spiega con il ritorno in patria di molti nostri connazionali impegnati per anni in lavori all’estero e poi tornati come pensionati desiderosi di una casa nuova. Infatti, Andretta, nel 1980 fu rasa al suolo dal terrificante terremoto dell’Irpinia ed è risorta proprio grazie al rientro dei suoi figli emigranti, influenzati da altre culture. Da quest’area della Campania collinare e relativamente arida si entra in un fresco territorio montano rivestito di fitti boschi su suoli molto fertili, con una flora ricca e rara ed una fauna selvatica assai interessante. Il massiccio del Vulture, con la cima vulcanica caratterizzata da un antico cratere dotato di due “pizzuti” quello di Melfi a quota 1326 e quello di San Michele m.1262, domina nel settentrione della Basilicata un territorio suggestivo ricco di foreste e fonti di acque minerali medicamentose, con graziosi centri abitati di origine preromana, vestigia archeologiche e tracce delle dominazioni di Normanni, Svevi, Angioini ed Aragonesi. I laghi di Monticchio, come due occhi dai colori cangianti ammiccano fra il verde scuro di una foresta di pioppi e ontani neri. Il lago Grande, ovale con un perimetro di soli 2,4 km, ha il colore di un’oliva chiara, il Piccolo, ellittico con perimetro di 1,5 km, è verde scuro. Entrambi possono cambiare in due tonalità di blu o diventare color ocra preannunciando le tempeste atmosferiche. Fra i due laghi, chiaramente di origine vulcanica, corre un istmo stretto attraversato da un ruscello. Sulle rive esistono strutture d’accoglienza non invadenti, si può passeggiare in pace godendo dello spettacolo naturale straordinario di questo angolo di paradiso lucano. La Basilicata ha anche altri laghi, a differenza di quelli di Monticchio molto più grandi ed artificiali, creati con dighe e sbarramenti sui fiumi al fine di ottenere grandi invasi per l’irrigazione e la produzione idroelettrica. Infatti, la regione non è povera di acque, ma le precipitazioni sono assai irregolari, sicché i fiumi, impetuosi d’inverno, si presentano quasi asciutti per i lunghi periodi estivi. Sbarrando il Brádano nei pressi di Matera si è formato il lago di San Giuliano, uno dei più grandi della regione. Il fiume Bradano segna il confine orientale della Basilicata. Più al centro si apre la lunga vallata del Basento fra Potenza e Metaponto, a occidente scorrono l’Agri con la foce ad Eraclea e il Sinni che sfocia nello Ionio a Nova Siri, presso il confine calabrese. Questa piccola Mesopotamia italica destò l’attenzione dei coloni greci e le loro città ebbero grande importanza economica. I loro resti archeologici sono notevolissimi, specialmente nelle grandi aree di scavo di Metaponto ed Eraclea. Il mar Ionio nel grande golfo di Taranto offre un bacino protetto a oriente dai colli pugliesi e ad occidente dalle montagne della Calabria. Al centro i migliori approdi lucani della Magna Grecia si trovavano presso la foce dei corsi d’acqua dolce, con entroterra fertile ed un clima mitissimo. Dopo secoli di decadenza, oggi chi sceglie la costa fra il Lido di Metaponto e Nova Siri trova gradevoli villaggi turistici, spiagge sabbiose e un mare calmo incontaminato. La Lucania s’incunea quasi di prepotenza fra Campania e Calabria rivendicando un brevissimo tratto di costa tirrenica, ma si tratta di una meraviglia della natura. Maratea, difficile da raggiungere attraverso strade impervie, è un paradiso terrestre immerso nella macchia mediterranea con finestre e balconi fioriti affacciati su uno dei mari più belli del mondo.


