La nostra Costituzione permette e tutela la libertà d’espressione e i libri godono di queste garanzie, ma anche se graziato dalla sorte, non basta un’immagine di copertina in versione amorevole pater familias, unita ad una recensione istituzionale benevola e ammiccante, a riciclare, a riscattare, un generale fascista, un criminale in divisa che la Repubblica Italiana nata dalla Resistenza ripudia senza appello, così come la Germania ha ripudiato e condannato gli ufficiali nazisti responsabili di sterminio. Dopo la contestata presentazione a Civitavecchia, sponsorizzata da Fratelli d’Italia, il libro ora sbarca a Ladispoli addirittura alla Biblioteca Comunale Peppino Impastato (10 dicembre) sotto l’egida dell’Assessorato alla Cultura. Stiamo parlando di “Rodolfo Graziani, il soldato e l’uomo” edizioni Luoghinteriori, scritto da Annamaria Funari e Gianfranco Santoro. Questo personaggio che la documentazione storica condanna e colloca tra i peggiori criminali (ONU) responsabile di decine di migliaia di morti tra i civili, cinico e feroce, viene presentato a Ladispoli come “Un uomo, ancor prima che un soldato, capace di nobili sentimenti, un marito premuroso, un padre amorevole e un tenero nonno, lati umani, sempre oscurati dal ruolo di capo militare, ligio, combattivo e intransigente”. Certamente come tanti altri protagonisti negativi del Novecento anche lui “teneva famiglia”, ma questa recensione a cura dell’Assessore Marco Milani, non lo assolve dalla crudeltà applicata nell’esercizio del “ruolo di capo militare”, le cui gesta ci riportano, tra le altre, ad una delle pagine più buie come quella del colonialismo. L’Assessore alla Cultura dichiara: “Al lettore la facoltà di scegliere da che parte stare, accusare, assolvere, giustificare, condannare, colui che fu il primo generale del regno e maresciallo d’Italia dai natali borghesi e non aristocratici. Un eroe scomodo”. Basta andare sulla fonte storica dell’enciclopedia telematica per farsi un’idea biografica “dell’impronta incancellabile”, ben documentata, del generale Graziani (1882-1955) il quale rispunta con un libro in chiave revisionista, dalle pieghe di una penombra culturale che grava purtroppo a macchia di leopardo sulla società contemporanea in questo scorcio di inizio millennio. L’annuncio della presentazione del libro ha scatenato l’indignazione sui social memori delle gesta e della carriera del generale. Carriera che è stata lunga e che possiamo riassumere così: “Questo padre amorevole, nonno tenero, è stato responsabile di crimini di guerra in terra africana, di stermini di Massa in Libia e in Etiopia tali da essere inserito dall’ONU tra i più feroci criminali di guerra. Accettò da Mussolini l’incarico, nell’allora costituendo governo della Repubblica Sociale Italiana, di Ministro della difesa nazionale (dal 6 gennaio 1944 Ministero delle forze armate, che mantenne fino al crollo finale del 1945) prendendo parte alla lotta contro gli anglo-americani e nella repressione antipartigiana. Nel dopoguerra, a causa dell’uso di gas tossici (autorizzati direttamente da Mussolin) nei lager,e dei bombardamenti degli ospedali della Croce Rossa durante la guerra d’Etiopia, fu inserito dalla Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra nella lista dei criminali di guerra su richiesta del governo etiope, ma non venne mai processato. La richiesta di estradizione presentata dall’Etiopia fu negata dall’Italia nel 1949. Fu invece processato e condannato a 19 anni di carcere per collaborazionismo con i nazisti, ma scontati quattro mesi fu scarcerato. Aderì quindi al Movimento Sociale Italiano, del quale divenne presidente onorario.” Dopo Piazza Almirante ora a Ladispoli arriva pure Rodolfo Graziani.
Sezione ANPI Domenico Santi Ladispoli Cerveteri