Siamo partiti, la campagna elettorale è iniziata, anche se in politica, almeno per noi italiani, si è sempre in costante propaganda. Tutto si fa in funzione della tornata elettorale successiva. Nei comuni in cui presto andremo a votare, Cerveteri e Ladispoli sono tra questi, i giochi e le combine sono avviate. In una recente occasione ho detto ad un politico: «Perché non presentate un programma elettorale nel quale dite la verità, ad esempio che non tutto si può fare subito perché le risorse sono limitate, ci insedieremo, valuteremo le disponibilità ed in funzione di queste opereremo delle priorità?» Mi ha risposto seccamente: «Bravo, così chi ti vota?» Debbo dire che per qualche minuto sono rimasto senza parole, poi ho pensato che è tutto vero, quella appena enunciata è una sintesi perfetta: un elettorato che sbraita chiedendo tutto e subito, persino l’impossibile, ed una politica che promette di tutto e di più sapendo di non poter mantenere. Ed a ben pensarci questo altro non è se non un equilibrio perfetto, imperante da decenni, che porta però inevitabilmente ad un populismo vero. La tragica conclusione da parte degli elettori alla fine sarà sempre quella: tanto sono tutti uguali, mentre la politica autoreferenziata continuerà indisturbata ad acconciarsi le cosucce. Stilare un programma elettorale oggi è la cosa più semplice al mondo, basta fare l’elenco delle cose che non vanno e prometterne la sistemazione. A qualche protestatario emergente, al vendicatore del popolo, a chi aggrega un po’ di dissenso si lascia cadere qualche briciola dal tavolo e la quiete è trovata. Come interrompere questo circolo vizioso che di fatto tutto paralizza ed alimenta il malcostume? Non è certamente semplice, ma se mai si inizia. Per attuare questo c’è solo una cosa da fare: impegnarsi, che significa non limitarsi semplicemente a delegare apponendo la croce su di una scheda e poi avere la pretesa di ululare alla luna quando le cose non vanno come promesso. Impegnarsi significa aggregazione cittadina per discutere e capire quali siano le problematiche comuni più pressanti, urgenti da risolvere, soprattutto fattibili, tralasciando voli pindarici, individualità, stabilendo delle priorità. Impegnarsi vuol dire riconoscere i soggetti ritenuti affidabili per rappresentare e risolvere le problematiche stabilite, per fortuna ce ne sono ancora molte di persone capaci e dignitose. Impegnarsi significa anche controllare, pressare, pretendere efficienza da parte di chi ha avuto la nostra fiducia. Impegnarsi richiede fatica, pazienza e costanza, perché non si smantella in poco tempo un sistema rodato, collaudato che aggrega interessi anche grandi ed importanti, bisogna persistere ed esserci sempre. Non servono più titoli roboanti e slogan ad effetto, non è più tempo, occorre rimboccarsi le maniche. Lamentarsi al bar e sciorinare teoriche soluzioni per ogni male non è nemmeno più tanto credibile e dignitoso.
Giorgio Raviola